I due avrebbero minacciato un imprenditore al fine di costringerlo a pagare una somma di denaro a titolo estorsivo.
COSENZA – Questa mattina, al culmine di un’articolata indagine, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare, arresti domiciliari (emessa lo scorso 2 ottobre dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia su richiesta di questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, Sost. Proc. Dr. Camillo Falvo); a carico di due soggetti, ritenuti responsabili di diversi delitti. Si tratta di Giannone Salvatore (nella foto a sinistra) 51enne di Fuscaldo, commerciante; e Chianello Attilio (nella foto a destra) 33enne di San Lucido (CS), imprenditore edile.
Più specificamente, le indagini hanno accertato che i due, in concorso tra loro, nel mese dello scorso giugno, avevano minacciato, avvalendosi di modalità di tipo mafioso, un imprenditore edile della zona, al fine di costringerlo a pagare una somma di denaro a titolo estorsivo. In particolare, Chianello, amministratore della società Eurocostruzioni srl, impresa a cui la vittima aveva subappaltato l’effettuazione di alcuni lavori edili riguardanti un appalto pubblico che lo stesso si era aggiudicato a Rende, aveva cominciato a pretendere da questi il pagamento di un’ulteriore somma di circa 30.000 euro, asseritamente a titolo di saldo per i lavori effettuati, ma in realtà avente una sola finalità estorsiva.
Al Chianello ben presto si affiancava Giannone, il quale, evocando l’appartenenza al gruppo criminale di riferimento (il clan Perna di Cosenza) e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dagli espliciti riferimenti all’interessamento alla vicenda del fratello, Giannone Giovanni, inteso u gaddrinaru, esponente di primo piano del citato clan, e delle conseguenze violente che la vittima e i suoi familiari avrebbero subito qualora egli non avesse ceduto alla richiesta estorsiva; interveniva nella vicenda minacciando pesantemente, con chiare modalità mafiose, l’imprenditore affinchè ottemperasse subito alla corresponsione del denaro. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Cosenza e coordinate da questo Ufficio di Procura, che si sono avvalse di diversi presidi tecnici, hanno consentito di raccogliere gravi e determinanti elementi di colpevolezza a carico dei sopra notati soggetti nei cui confronti poi il G.I.P. ha emesso il citato provvedimento restrittivo.