Assolti due imprenditori edili perchè il fatto non sussiste.
COSENZA – Arriva oggi la sentenza, seppur con una pena contenuta, di Oscar Fuoco, il cosiddetto ‘Malandrino’. Un appellativo che il funzionario Aterp si autoattribuì e da cui prese il nome l’operazione che diede il via alle indagini che ipotizzava l’esistenza di un sistema di corruttele che consentiva di agevolare nelle pratiche relative all’edilizia popolare soggetti vicini alla criminalità organizzata. A finire nel mirino degli inquirenti furono in tutto 26 persone (dirigenti, funzionari, imprenditori e assegnatari degli appartamenti). Tra questi diversi ‘colletti bianchi’ che operavano a stretto contatto con il funzionario arrestato nell’ottobre del 2012: Oscar Fuoco. Dodici le strutture che all’epoca furono poste sotto sequestro soprattutto nei quartieri di via Popilia e Serra Spiga. Diviso in più tronconi il caso è stato ‘smontato’ e ridimensionato a seguito delle sentenze pronunciate in primo grado.
Anche ieri infatti nonostante per Oscar Fuoco il Tribunale di Cosenza il pm Domenico Frascino avesse chiesto la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione per i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio, corruzione, falsità materiale ed ideologica, la pena comminata è di un anno e otto mesi di reclusione, con una multa di 1.300 euro. I due imprenditori edili per i quali era stata invece invocata la pena ad un anno e quattro mesi di detenzione sono stati assolti perché ‘il fatto non sussiste’. Insieme a loro con la stessa motivazione sono stati assolti il figlio Oscarmaria Fuoco; Giuseppe Marchese, ex direttore generale dell`Aterp; Pietro Mari, direttore del settore tecnico dell’Aterp ex assessore provinciale all’Urbanistica; Sabina Barresi, dirigente del settore Pianificazione del territorio del Comune di Cosenza; Giuseppe Porco, Francesco Bruno; Fabrizio Intrieri; Ernesto Filice e Cosmo Baffo.