Comitato Piazza Piccola: “Persone che erano in carico ai servizi psichiatrici e sociali non sarebbero dovute vivere in quelle condizioni”.
COSENZA – “Due uomini, una donna e un cane arsi vivi il 18 agosto 2017 e vissuti nell’indifferenza più totale della città di cui erano figli. Una città di periferia come tante, – scrive in una nota il Comitato Piazza Piccola – una società totalmente presa dai ritmi di vita consumisti imposti dal sistema dove l’importante è farsi selfie, partecipare alla movida ed essere “in”, tutto il resto è secondario. Nessuna indignazione realmente sentita se non sull’onda emotiva di una qualsiasi tragedia per poi continuare a bivaccare tra selfie e movida. Morti tragiche che non possono lasciare indifferenti ma che non possono nemmeno essere strumentalizzate. Ci sono sicuramente responsabilità collettive, ma persone che erano in carico ai servizi pschiatrici e sociali non sarebbero dovute vivere in quelle condizioni.
Parlare col senno del poi serve a poco, non si può tornare indietro, si può solo guardare avanti e cercare di prevenire il ripetersi di simili tragici eventi. Ma per fare questo è necessaria una assunzione di responsabilità istituzionale e collettiva verso i tanti, troppi, casi di marginalità sociale che abitano i nostri quartieri. Basta convegni, strumentalizzazioni e proclami, basta girarsi dall’altra parte, bisogna ritrovare il senso di comunità e pretendere tutti insieme che al centro ritorni ad esserci l’uomo ed i suoi bisogni primari, che ci sia attenzione e cura dei più deboli e sicuramente Tonino, Roberto e Serafina erano tra questi. Per fa sì che la loro morte non sia stata del tutto inutile chiudiamo i social e rimbocchiamoci le maniche”.