Nuova residenza universitaria a Cosenza Vecchia: provocazione o occasione di recupero urbano?

Le risorse proverranno dal social housing o da fondi immobiliari e consentiranno di creare tra i 300 e i 500 alloggi.  La metro leggera traina il progetto: i 40mila metri quadrati di immobili da riutilizzare aspettano l’evoluzione di un’intesa dalla tempistica lunga


 

COSENZA – Il centro storico di Cosenza ospiterà una residenza universitaria? Bisogna capire se la proposta lanciata ieri dal rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci e accolta dal sindaco Mario Occhiuto durante la riunione tenutasi a Palazzo dei Bruzi sa più di uno slogan ad effetto con tanto di provocazione annessa o se per davvero si tratta di un’idea che ha i suoi perché e apre uno squarcio su quello che può essere il futuro funzionale di Cosenza Vecchia e il coinvolgimento degli universitari nel tessuto urbano. La ‘pensata’ strizza l’occhio ad un tema caro alla giunta Occhiuto – anzi prima snobbato poi rivalutato –  la metropolitana leggera: “E’ vero che in passato ci sono stati timidi tentativi di inserimento di alcuni dipartimenti universitari in quel contesto di grande bellezza storica ma proprio la mancanza di un collegamento rapido, puntuale e affidabile verso il nostro ateneo aveva reso vano il tentativo. Con la realizzazione della metro, le condizioni di accessibilità verso il centro storico saranno radicalmente diverse e per questo sara’ possibile operare una scelta di residenzialità dislocata nel centro storico” ha dichiarato il rettore Crisci, aggiungendo: ” Gli studenti avrebbero la possibilità di vivere una realtà diversa rispetto al campus e, dall’altra, il centro storico di Cosenza potrebbe essere rivitalizzato proprio grazie a loro”.

Il sindaco Occhiuto ha accolto con grande entusiasmo la proposta, “Il Comune bandirà una manifestazione di interesse rivolta ai proprietari di appartamenti e palazzi del centro storico per nuove acquisizioni. Le risorse potrebbero essere reperite tramite il ricorso a fondi immobiliari o a quelli disponibili su social housing. Abbiamo calcolato che, approssimativamente, potremmo recuperare 40.000 metri quadri di immobili attualmente inutilizzati. Si passera’ poi alle fasi di individuazione e scelta dei palazzi, alla ristrutturazione e, infine, all’assegnazione degli alloggi. Si tratterebbe, dunque, di circa 2000 posti letto, divisi in 4 o 6 per ogni appartamento individuato, che si tradurrebbe in un recupero tra i 300 e i 500 alloggi”. La tempistica e’ di lungo termine ma dovrebbe coincidere con i tempi di realizzazione della metro, servizio del quale gli studenti potranno usufruire con convenzioni studiate appositamente, quasi certamente a titolo gratuito” rispondono all’unisono sindaco e rettore.

É innegabile che il campus universitario debba in qualche misura legarsi e confrontarsi con l’area urbana più grande limitrofa, ossia Cosenza. Da più parti, soprattutto dagli ambienti universitari, viene avvertito tale bisogno a volte come urgenza, poiché l’Unical è sì bella da vedere, ma resta troppo isolata, tanto dal centro di Rende quanto da Cosenza. Esempio lampante è l’arrivo degli Erasmus all’Unical, fiore all’occhiello della mobilità studentesca europea di cui si vanta l’ateneo. Giovani provenienti da tutta Europa si trovano spesso spaesati, senza collegamenti costanti soprattutto notturni.  Mettiamo nel calderone anche le nostre nuove leve provenienti da ogni dove di Calabria: senza un’auto sei finito, e ti ritrovi intrappolato nel Campus. Ma se tarderà di lì a venire l’intesa, è incomprensibile come non sia possibile garantire agli studenti un servizio unificato di trasporti e iniziative congiunte tra le due realtà urbane aldilà della metro leggera.

Innegabile è la rivalutazione del centro storico bruzio. Tessuto urbano troppo fragile tanto a livello strutturale che sociale, crollano gli edifici e i tentativi di uscire da una sorta di ghettizzazione. Ma fa specie la corsa alle risorse e agli appalti per l’assegnazione dei nuovi alloggi, e passata la sbronza dell’annuncio bisognerà capire se un discorso del genere verrà comunque affrontato con o senza metro leggera favorendo la restituzione alla città di edifici pericolanti dal notevole interesse artistico e architettonico. All’incontro di ieri seguirà un protocollo d’intesa e successivamente si passerà alla fase operativa. Cosenza e Rende mai così unite come stavolta. Che non si tratti di una chimera.

 

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