Denunciate le modalità ‘discutibili’ con cui i ragazzi ai semafori vengono fermati e multati.
COSENZA – I migranti che chiedono l’elemosina deturpano l’immagine di Cosenza. Questa sembrerebbe la pozione del Nucleo Decoro Urbano capitanata dall’Ispettore Luca Tavernise, alle dirette dipendenze del Comandante Giovanni De Rose e del Sindaco di Cosenza. Da ieri è scattata ieri l’operazione contro gli “irregolari” presenti in città con controlli a tappeto volti a ‘punire’ chi chiede l’elemosina. “Il controllo – si legge in una nota divulgata dal comando di polizia municipale – si è esteso su tutto il territorio comunale dal Castello Svevo fino al Campagnano comprese le periferie e le zone più remote del Cosentino. Sono stati passati al setaccio numerosi cittadini di nazionalità Bulgara, Nigeriana, Senegalese, Marocchina e Cinese, controllando i relativi permessi di soggiorno, le residenze e le loro occupazioni lavorative all’interno della città. Numerosi extracomunitari sono stati segnalati e allontanati dai vari supermercati ed esercizi commerciali mentre esercitavano l’accattonaggio anche in modo “molesto” inteso come “richiesta insistente e petulante di denaro, attuata con qualunque modalità, in ogni spazio pubblico del territorio comunale”.
Alcuni cittadini però hanno segnalato come queste identificazioni vengano portate a termine con modalità alquanto discutibili. In maniera poco gentile e con appellativi palesemente razzisti i migranti in strada pare vengano sistematicamente prelevati e portati al comando per i controlli di rito. Una situazione che ha creato non poco imbarazzo tra i cittadini che inermi hanno visto stamattina gli operatori del Decoro Urbano accanirsi contro i giovani ‘colpevoli’ di chiedere qualche spicciolo ai passanti. “L’obiettivo, – precisa la Polizia Municipale – non è colpire chi, in stato di disagio economico, chieda soldi ai passanti con la scusa di un caffè, ma piuttosto individuare e smantellare le organizzazioni criminose che spesso gestiscono il traffico e lucrano sulle spalle di chi non può opporsi. Un denominatore comune che ha insospettito gli agenti del Nucleo Decoro Urbano è stata la presenza /presidio di numerosi individui di nazionalità straniera davanti a numerosi supermercati la quale ha fatto scattare le indagini del caso.
Dalle indagini – spiega il Nucleo Decoro Urbano – è emerso che gli extracomunitari, tutti di nazionalità nigeriana, erano stati affidati ai vari “Centri di Accoglienza” sparsi sul territorio e fuori dalla Provincia di Cosenza, ma dediti all’accattonaggio su strada violando la normativa a riguardo che vieta loro questo modo di “fare” non rispettando il principio in base al quale, “un richiedente asilo che mendica non vuole integrarsi”. O.E. nigeriano di 24 anni (che secondo gli agenti mendicava in modo molesto ndr) su Via Misasi, è stato fermato mentre occupava la carreggiata ostacolando anche il traffico veicolare. Il soggetto è stato avvicinato dagli Agenti del Nucleo di Decoro Urbano bloccato e tradotto negli Uffici della Polizia Municipale Nucleo Distaccato e subito dopo presso la Locale Questura di Cosenza deputata a detenere gli archivi e i data base degli stranieri. I soggetto O.E. è risultato essere un “revocato” e cioè sottoposto al Decreto di “revoca immediata” delle misure di accoglienza per gravi e reiterati comportamenti violenti nei confronti degli operatori de Centro di Accoglienza e per gravi comportamenti contrari alle regole della struttura e per seri danneggiamenti della stessa. L’Ispettore Luca Tavernise è riuscito a ricostruire l’intera vicenda dell’individuo in questione, dall’arrivo del “migrante” alla sua espulsione dal Centro di Accoglienza di Camigliatello Silano e, contestualmente ha assicurato alla locale Questura di Cosenza un soggetto di cui non si aveva più traccia continuando a sottrarsi alla “Commissione dei richiedenti Asilo” e comportandosi da “clandestino””.
Costestualmente a Rende oggi i carabinieri proseguendo nell’attività promossa già da tempo dalla Compagnia di Rende finalizzata a perseguire con decisione i reati e le violazioni connesse al fenomeno dell’accattonaggio, hanno denunciato una 25enne rumena, resasi responsabile del reato di
impiego di minori nell’accattonaggio. La donna è stata infatti sorpresa a chiedere l’elemosina in prossimità di un semaforo in abitato di Rende, servendosi nella sua condotta anche della figlia di tre anni. La stessa pertanto veniva accompagnata presso gli uffici del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia, dove veniva identificata e denunciata in stato di libertà per il reato contestatole.