COSENZA – Paolo Maria Gangemi, indagato per un giro di fatture ‘gonfiate’ ad arte per ottenere finanziamenti pubblici, non vuole lasciare l’ospedale di Cosenza.
Nonostante non abbia alcun titolo per ricoprire la carica di manager del nosocomio bruzio, continua ad utilizzare l’auto di rappresentanza (per fare la spola da Reggio Calabria e Cosenza) e il telefono aziendale. Poco male, se si limitasse solo a ‘scroccare’ un passaggio e delle telefonate. L’ex direttore generale dell’Annunziata, ieri mattina pare si sia nuovamente insediato negli uffici dirigenziali reclamando il proprio diritto a ‘regnare’. In realtà la poltrona ad ora non potrebbe essere ricoperta nè da lui, cui mandato in proroga è scaduto il 7 Settembre, nè da Filomena Panno nominata dall’ex Giunta Scopelliti in barba a tutti i diniegi dei ministeri competenti che avevano vietato al carrozzone guidato attualmente dalla presidente facente funzioni Antonella Stasi di assegnare nuovi incarichi. A norma di legge, alla guida dell’Ospedale di Cosenza, da protocollo, per anzianità e per curricula, dovrebbe succedere il primario del reparto di neuroradiologia, William Auteri.
Ma non importa. Con una comunicazione inviata a tutti i capi dipartimento Gangemi ha informato di essere ritornato al suo posto. A che titolo, non si sa, visto che la sua posizione non gli permette neanche di firmare per l’erogazine degli stipendi. Un problema che si presenta sempre più stringente visto che senza la firma di un direttore generale i pagamenti di tutto il personale dell’Annunziata, non potranno essere autorizzati. Mentre il nuovo commissario ad acta per il piano di rientro nel settore sanitario, Luciano Pezzi, ha annunciato di voler annullare le nomine fatte dagli scopellitiani ancora in forze in Regione, dagli uffici della Regione del Dipartimento Tutela Salute garantiscono che faranno di tutto per renderle operative. La Panno resta quindi in bilico e l’Annunziata crolla tra i calcinacci che piovono su pazienti in coma farmacologico (episodio verificatosi solo quattro giorni fa) e un Pronto Soccorso che langue personale mettendo a rischio l’incolumità dell’intera comunità cosentina.