Nomine dei primari sospette, mentre si assumono amministrativi

COSENZA – La Guardia di Finanza spulcia tra gli incarichi elargiti dal direttore generale dell’Ospedale di Cosenza Paolo Maria Gangemi.

Nel mirino delle Fiamme Gialle pare siano finiti gli atti che sancivano l’affidamento di nove ‘poltrone’ da primario senza concorso pubblico. Un episodio che risale a circa un anno fa e che ha investito, tra gli altri, anche i reparti di Odontoiatria, Terapia del Dolore, Neonatologia e Cardiologia. Una procedura anomala, secondo il presidente dell’Sindacato Medici Italiani Claudio Picarelli che afferma come “sarebbe stato più facile bandire un concorso e selezionare i primari visto che, come abbiamo più volte ripetuto, per i primari non vige il blocco delle assunzioni. Hanno nominato nove direttori di unità operativa complessa facenti funzioni, ma è un metodo che si usa per tamponare in attesa delle selezioni pubbliche, tramite concorso, che in realtà non sono mai state indette”. Da qui le indagini per accertare l’eventuale danno erariale creato dalle nomine volute dallo scopellitiano Gangemi, che avrebbe dovuto lasciare l’Annunziata, ma grazie a una proroga voluta in Regione resta il ‘boss’ del nosocomio bruzio. Egli dovrà rispondere delle sue scelte dinanzi alla Corte dei Conti giustificando le spese per ‘posti’ che gli inqurenti dovranno decidere se sono legittimi o meno.

 

Nonostante le perplessità sull’operato di Gangemi in materia di assunzioni, sono partiti ieri i colloqui per i nuovi funzionari che entreranno a far parte dell’organico dell’Annunziata. Posizioni organizzative di settimo livello, dei ‘quasi dirigenti’ con lauti stipendi ed indennità, da selezionare attraverso un concorso interno indetto dallo stesso Gangemi che, però, in qualità di direttore in ‘proroga’ pare non possa adempiere a tale funzione. Ai colloqui in corso si aggiungono i bandi per l’assunzione di 22 amministrativi, mentre ancora non si riescono a trovare i sette medici, imposti da Occhiuto, per colmare le gravi lacune dei reparti di Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione di cui ad oggi solo due hanno preso servizio. “Le priorità erano altre – afferma Picarelli – per tutelare la sulte dei cittadini. Mancano infermieri e medici come possiamo andare avanti con gli impiegati?”

 

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