Mutilazione di alberi secolari in centro città, potature rischiose per piante e passanti. Ignorata la legge che obbliga di piantare un albero per ogni nuovo nato.
COSENZA – Nei giorni scorsi non è passata inosservata l’inizio della “potatura” degli alberi che si ergono su Corso Plebiscito. “Un’operazione – fanno notare i cittadini riuniti nel Comitato Alberi Verdi – che segue quella compiuta sui lecci situati davanti a piazza San Domenico e che hanno fatto levare un coro di proteste per la mutilazione degli alberi centenari. Qui, a San Domenico, sono visibili le radici dei lecci tranciate a causa dei lavori, un vero disastro. La città subisce da anni l’oltraggio al proprio patrimonio verde, che ha interessato tutti i quartieri, ora è la volta degli alberi storici che malamente sono finiti sotto le mani di tagliatori senza criterio. È bene ricordare che le capitozzature dell’albero lo rendono debole, staticamente instabile e a rischio crollo perché esposto alla marcescenza della parte centrale del fusto.
Non si comprendono i motivi per cui da sei anni a questa parte le potature vengono compiute da settembre a luglio, né perché si sia deciso di eliminare un gran numero di alberi sani e non pericolanti. La scellerata prassi degli abbattimenti provocherà una serie di effetti nocivi sulla salute dei cittadini: ogni albero tagliato contribuisce a peggiorare le condizioni di vita delle persone e degli animali. Non si può tacere dinanzi allo scempio perpetrato ai danni del verde pubblico, per questo motivo vorremmo sapere perché non è mai stata applicata in città la legge che detta le “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” (L.10/13), che all’art. 3 bis obbliga i comuni a censire e classificare gli alberi piantati nel proprio territorio, che obbliga (art. 2) di porre a dimora nel proprio territorio un albero per ogni neonato, esteso anche a ciascun minore adottato.
Per i comuni inadempienti (comma 2 dell’art. 4) c’è l’obbligo a porre rimedio con le necessarie varianti urbanistiche entro il 31 dicembre di ogni anno. Inoltre, Regioni e comuni devono promuovere l’incremento degli spazi verdi urbani (art. 6) e delle “cinture verdi” intorno alle conurbazioni per delimitare gli spazi urbani. A Cosenza, invece, il verde è stato progressivamente distrutto, trasgredendo la già citata legge, la quale stabilisce che i comuni devono identificare principi e criteri per il censimento degli alberi monumentali nel proprio territorio e fornire questa informazione alla rispettiva Regione, riportando sui rispettivi siti internet le azioni di contenimento o riduzione delle aree urbanizzate e della sistemazione o incremento delle aree verdi.
Sui rispettivi siti internet non si trova niente di quanto appena citato. In questo contesto, si sarebbe dovuto prevedere negli uffici preposti alla gestione del verde urbano la presenza di tecnici qualificati, quali agronomi e forestali, riconoscendo che anche per il verde pubblico sono necessarie specifiche competenze. Occorre anche ricordare il decreto ministeriale 9112007 che ha reso obbligatorio la lotta al punteruolo rosso su tutto il territorio nazionale. In città, invece, le nostre palme sono state lasciate morire, contravvenendo a questo decreto e mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Chiediamo il rispetto delle leggi e soprattutto il rispetto del verde in città, in particolare se si tratta di alberi che storici”.