COSENZA – Perse la conoscenza, ma per il dottor Ciro Campanella si trattava di una semplice crisi isterica.
I familiari però non accettarono di buon grado la diagnosi del medico che soccorse la donna e sporsero denuncia nei confronti del professionista. L’episodio risale all’estate 2011 quando Carol Shellenberg, nordamericana trasferitasi a Cerzeto per amore, avvertì dei forti dolori al capo ed in evidente stato confusionale chiese ai familiari di allertare i sanitari. L’ambulanza raggiuse l’abitazione della 33enne, madre di due bambini che all’epoca avevano compiuto il primo tre anni e il secondo due, ma il dottore che visitò la donna, Ciro Campanella, rassicurò il marito dicendole che si trattava di una crisi isterica e che la moglie non correva alcun rischio. Le prescrisse del Valium, lasciandola in casa. La Shellenberg svenì, più volte. Fu quindi trasportata d’urgenza dal marito all’ospedale di Cosenza dove dopo pochi giorni morì a causa di un’aneurisma. La perizia medica depositata in Procura, che per ben due volte chiese l’archiviazione del caso, rivelò come afferma la difesa, che la diagnosi di Campanella “ha pesantemente e negativamente inciso sulle possibilità residue d’intervenire efficacemente per salvare Carol Shellenberg”. Infatti una volta arrivata al pronto soccorso dell’Annnunziata alla giovane madre, a seguito di una Tac, fu diagnosticato un aneurisma cerebrale. Il gip Cristofano rigettò le richieste d’archiviazione. Il medico è stato quindi rinviato ieri a giudizio dal gup Salvatore Carpino e sarà chiamato a comparire in aula il prossimo 21 Ottobre per spiegare il perchè non si sia reso conto delle gravi condizioni in cui verteva la giovane madre di Cerzeto.