A confermarlo è l’esame autoptico effettuato sul corpo della donna, morta all’ospedale di Cosenza a giugno 2016.
COSENZA – Volevano dimetterla, ma dopo poche ore è entrata in coma. Una tragedia che si è consumata, lo scorso giugno 2016, tra le corsie dell’Ospedale di Cosenza. Una donna di 65 anni, Teresa Carpino, dopo un incidente stradale ha riportato una ferita sulla fronte, che i medici non avrebbero ben curato, degenerando in una forte infezione da tetano. Il sospetto, al momento della morte (che ha spinto i familiari a sporgere denuncia) è che alla 65enne non sia stata sottoposta la terapia antitetano, prevista in casi simili. Tale sospetto diventa certezza: l’autopsia, effettuata dal dottor Bernando Cavalcanti, medico legale scelto dal pm Giuseppe Visconti, conferma la morte da tetano.
La donna dopo un incidente in auto, venne ricoverata all’ospedale di Cosenza al venerdì; i medici del Pronto Soccorso ne avevano chiesto le dimissioni martedì mattina quando ormai la frattura al setto nasale, le escoriazioni al viso e il trauma cranico non destavano più alcuna preoccupazione. La donna, inaspettatamente, in quelle stesse ore avvertì un malore e chiese ai sanitari di potersi fermare un po’ in ospedale prima di rientrare a casa. La situazione sarebbe poi precipitata in pochi minuti quando la donna entrò in coma all’improvviso. Trasferita nel reparto di Rianimazione morì dopo meno di due giorni. Un decesso che lasciò attonita la famiglia di Parenti che, perciò, decise di vederci chiaro denunciando tutti i medici che curarono la congiunta in quei giorni.
Da qui venne aperta un’inchiesta per accertare le cause della morte. Il taglio sulla fronte della 65enne, venne saturato in pronto soccorso, senza mai essere ripulito come si deve. La tac, infatti, mostrò la presenza di batteri nel suo organismo, ma nessuno s’interessò a qual referto. Il perché non le sia stato somministrato il vaccino, ad oggi, non è dato sapere. Il sospetto che il decesso fosse avvenuto a causa di un’infezione da tetano, era già intuibile dal sintomo tipico della patologia: il distacco della mascella. Inizialmente nel registro degli indagati furono iscritti dodici medici in forze nei reparti di Pronto Soccorso e Rianimazione, accusati di omicidio colposo. Il numero, dopo l’autopsia, è destinato a diminuire.