Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è sceso nel profondo sud ieri, Campania, Calabria e Sicilia, nella sua doppia veste: segretario di partito e premier.
Specialmente in Calabria, Renzi è stato più politico che istituzione. Infatti, ha trovato un partito litigioso ed allo sfascio dove il suo segretario regionale eletto al fotofinish non ha potere ne elettorale ne contrattuale per “reprimere” gli spiriti “ribelli” che sono tantissimi. Certo che dopo il 25 maggio ci sarà la resa dei conti. Ma Renzi, fra fischi ed applausi è venuto a dirci anche che ci sono tantissimi miliardi di euro non spesi e che la colpa, guarda caso, non è dell’Europa, giustamente, ma nostra. Nostra di chi? Non certo dell’operaio che al mattino si sveglia senza sapere se può fare una giornata di lavoro, del dipendente che non sa se trova i cancelli della sua azienda chiusi o che trema ad ogni squillo di campanello pensando che il postino gli ha portato la lettera di licenziamento. Di chi è la colpa dei soldi non spesi o spesi male? E’ anche di Renzi, uomo politico ed istituzionale, di tutti quegli amministratori regionali incapaci di spendere se non hanno interesse o, anche soltanto incapaci. E’ di un sistema che è duro a morire e che nessuno persegue perché il libro paga è lungo. Io, sinceramente, non ho capito che cos’è venuto a fare ieri Renzi in Calabria. Probabilmente solo per vedere i Bronzi di Riace e il lungo mare di Reggio. Cos’è venuto a fare lo Stato nella terra dell’Antistato: solo a mostrare ancora la sua debolezza. Caro premier segretario, l’Italia che ormai nemmeno più sopravive, non è quella che carpisci dall’innocenza di quei scolari che vai a visitare e che ti sventolano il tricolore: la maggior parte di quei ragazzi non ha più nemmeno il sorriso perché vivono il dramma dei genitori disoccupi e licenziati. L’applauso strappato a quei ragazzi che ubbidivano solo all’input delle maestre non è espressione di accoglienza ma solo richiesta di aiuto. Mettete da parte la politica, la polemica, gli interessi, (certo è difficile) pensate che, fra quei ragazzi, un giorno ci potrebbero essere anche i vostri figli. Perché sapete, qualcuno diceva che il “mondo è bello perché gira”.