Finanziamenti persi e degrado nel centro storico. E il Comune ‘sbandiera’ i 12 milioni di euro spesi per Cosenza Vecchia tra illuminazione delle strade e migliorie che i residenti ‘ignorano’.
COSENZA – Residenti, Provincia di Cosenza, Regione Calabria, Aterp e Comune di Cosenza si sono riuniti stamattina per discutere dell’emergenza centro storico. Prostituzione minorile e rischio crolli sono ‘solo’ le problematiche più evidenti. Sintomo del degrado non solo infrastrutturale, ma anche sociale in cui versa Cosenza Vecchia. Un quartiere in cui, a dire dell’amministrazione comunale, si spende dieci volte di più rispetto alle altre zone della città. Negli ultimi cinque anni sono stati dodici i milioni di euro spesi per migliorare il centro storico. Fondi, forse, spesi male visto che i residenti a parte la ristrutturazione e ‘privatizzazione’ del Castello Svevo (di cui è ancora visibile lo scempio del ‘totem ascensore’ ) e l’illuminazione
in buona parte migliorata, anche se con scelte cromatiche discutibili (come gli antichi vicoli in verde fluo), non ne percepiscono i benefici.
Dalla voce dei residenti si alza un coro unanime: urge intervenire non solo sugli edifici, ma anche sul tessuto sociale. Al più presto. La dispersione scolastica, l’accattonaggio, l’incremento esponenziale della presenza di rom e migranti, impongono la presenza di una task force di mediatori culturali ed assistenti sociali. Invece ad oggi l’unico presidio istituzionale è quello del decoro urbano con barricato al suo interno un agente di polizia municipale che può intervenire, e solo parzialmente, sul randagismo e sull’abbandono di rifiuti. A ciò si aggiungono altre ‘vergogne’ denunciate dai comitati presenti (Comitato Piazza Piccola, Casco, Comitato Arco di Ciaccio) a partire dalla presunta incompetenza nel redigere i bandi che ha portato al mancato finanziamento del centro storico per milioni di euro. Cosenza Vecchia infatti non è stata inserita tra i beneficiari di diversi fondi, soprattutto per l’inclusione sociale e l’integrazione. Eppure i comitati avevano fatto notare in tempi non sospetti che i progetti presentati dal Comune di Cosenza erano carenti e sarebbero stati bocciati. In più come emerso nel corso della riunione, nei finanziamenti per il Centro Storico è stata data la priorità alla riqualificazione di Caricchio, zona poco popolata e distante dalle aree maggiormente critiche.
LO SPORTELLO URP NEGA I FONDI, L’ASSESSORE RISOLVE CON UNA ‘TELEFONATA’
Dal suo canto il capogabinetto Molinari ha ricordato che il centro storico è più pulito e illuminato rispetto al passato. Due elementi importanti che però non rassicurano chi è costretto a vivere dentro o al fianco di case pericolanti a rischio crollo. “Vi sono palazzi implosi su se stessi, – ha spiegato una delle residenti del centro storico – vanno abbattuti, sono pericolosi. Tutti i tetti sono in amianto e bisogna bonificarli”. L’assessore Caruso dice che ci sono delle agevolazioni per i privati che vogliono ristrutturare, ma un utente seduto al tavolo infuriato ha raccontato di essersi più volte rivolto all’ufficio dedicato dell’URP ricevendo sempre come risposta: ‘per Cosenza Vecchia non c’è niente’. Un gap informativo che l’assessore Caruso ha inteso risolvere con un ‘mi dia il suo numero che la faccio contattare’. Poi rivolgendosi alla funzionaria che rappresentava al Tavolo la Regione Calabria l’assessore alla Riqualificazione Urbana ed Emergenza Casa ha chiesto quali fondi vi fossero per Cosenza Vecchia.
LA FUNZIONARIA DELLA REGIONE CHE ‘SORRIDE’ SULLE DISGRAZIE DEL CENTRO STORICO
Lei sorride. Durante l’intera riunione non ha detto nulla, neanche quando interpellata. Alla critica che i bandi per i residenti del centro storico erano stati redatti con parametri che, di fatto, non consentono la partecipazione delle fasce più deboli aveva già risposto con un’alzata di spalle, senza vocalizzare alcun suono. Alla domanda dell’assessore, ripetuta più volte, non riesce a sottrarsi. Continua a ridere Emanuela Bonacci, anche perché non rischia ogni notte di restare sepolta sotto le macerie. Poi, dimenticando di essere la referente del dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, afferma che “le amministrazioni possono beneficiare di interventi nelle scuole e la costruzione dei bandi è un momento concertativo”. Probabilmente non ha ascoltato con attenzione quanto era stato detto durante la riunione, ovvero che gli edifici pubblici sono stati interamente messi in sicurezza. Poi ricomincia la sua fase di mutismo, con il sorriso stampato in viso.
PROPOSTE OPERATIVE E FONDI DISPONIBILI
Completa disponibilità all’utilizzo di uomini e mezzi è stata data da parte della Provincia di Cosenza. Il neopresidente Franco Iacucci ha infatti affermato di non aver “la ricetta per risolvere tutto, però l’ente che dirigo ha diverse competenze e la possibilità di offrire numerosi servizi. Collaboriamo, sono aperto a qualsiasi proposta. Per iniziare potremmo pensare all’impiego degli agenti di polizia provinciale”. Altra manodopera arriverà da un pool di giovani professionisti (ingegneri, architetti, geologi) che supportati dall’assessore Caruso il quale fornirà loro le linee guida da seguire al livello normativo gratuitamente redigeranno progetti da implementare nei quartieri per riqualificare il centro storico. Intanto nessuna risposta è stata fornita sull’accesso e la disponibilità di fondi che l’opposizione ha affermato è possibile ad oggi investire su Cosenza Vecchia. Si tratta di 10 milioni di fondi CIPE APQ Emergenza urbana, 120 milioni di euro per il rischi sismico, POR asse Cosenza – Rende 35 milioni di euro, 315 miliardi di euro complessivi del Piano Junker, legge Abbruzzo per l’adeguamento antisismico 30 milioni di euro.