Settecento episodi di spaccio documentati ed un pestaggio a cui le forze dell’ordine hanno assistito in diretta attraverso le intercettazioni ambientali.
COSENZA – Debiti per acquistare la droga. Furti per pagare i debiti. E una raffica di minacce per riportare all’ordine i ‘ritardatari’. Questo il quadro emerso dall’operazione Mater che nei giorni scorsi ha portato alla notifica di 35 misure cautelari a carico di soggetti accusati in concorso di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi, usura, estorsione, minacce, furto e ricettazione. Oggetto del business la vendita di hashish, marijuana, eroina e cocaina sulle piazze di Via Panebianco, Vaglio Lise, Cosenza Vecchia, quartiere San Vito e via Reggio Calabria. Un mercato florido che spesso si estendeva anche all’hinterland cosentino. Nel corso dell’indagine scaturita dalla denuncia di una madre stanca di vedere il figlio presunto pusher/assuntore sottoposto a continue vessazioni sono stati documentati settecento episodi di spaccio. Oltre alle compravendite gli inquirenti hanno ricostruito anche la fitta tela di intimidazioni, spesso portate a termine a mano armata, poste in essere dagli indagati. Eclatante l’esempio del pestaggio vissuto in diretta dalle forze dell’ordine attraverso le intercettazioni ambientali in cui la vittima (che non è stato possibile identificare) urlava a squarciagola mentre i propri aguzzini continuavano a picchiare selvaggiamente.
MESSAGGI TELEFONICI INTERCETTATI
Tra gli arrestati risulta esservi Riad Driss ventiduenne cosentino accusato di aver posto in essere reiterate minacce a M. I. finalizzate ad ottenere somme di denaro di gran lunga superiori all’importo originario del debito quantificato nella somma di cento euro. L’accordo prevede pagamenti a cadenza settimanale, se questa non viene rispettata la vittima è costretta a pagare una somma maggiore.
M. I. inoltra il messaggio telefonico all’indagato Riad Driss il 21 Febbraio 2015 alle 17.27: “Cmq non te ne pox dare”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 21 Febbraio 2015 alle 17.29: “See compa nn mi importa siamo rimasti e non mi interessa”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 21 Febbraio 2015 alle 17.34: “Viagnu a de tia a u lavuru”
M. I. inoltra il messaggio telefonico all’indagato Riad Driss il 21 Febbraio 2015 alle 18.40: “Di soldi nn ne ho u capisci iaramad…”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 22 Febbraio 2015 alle 17.28: “Ma siccatu app ti vidu ti mignu cia”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 22 Febbraio 2015 alle 17.32: “App ti vidu ti mignu tu giuru ti fazz chiangia cumu a nu picciriddru e su vu sappi ni vidimu dumani mattina aru lavuru ka parlamu puru kuru principali tua ka ma siccatu cia”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 22 Febbraio 2015 alle 17.42: “Rispetta a parola e un tavia di mana un ci cridi ka sagliu mo a de tia ara casa cu u zio e ti mignu 2 voti”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 24 Marzo 2015 alle 20.28: “Vedi che con il fatto che sabato non ti sei fatto vedere io ri avevo detto che aumentano e sono saliti a 170 e se mi devi dire qualcosa parla chiari e no dietro e se te arrivata qualche carta sono cazzi tuoi visto che io non centro e poi non erano cose mia ma i frati e ta presso tua a colpa per frati e parla davanti seno ti fa male ok cane”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 17 Aprile 2015 alle 13.47: “Vedi che ogni settimana sale e app vai tropp su poi ci son consequenze in giro non mi ci prendere che non ti conviene se mi inka la testa te la metto nel c… io a te capi”
L’indagato Riad Driss inoltra il messaggio telefonico a M. I. il 17 Aprile 2015 alle 13.52: “E ti ricordo che sono 370 vedi che domani e sabato e salgo di nuovo ca… tuoi”
INTERCETTAZIONI AMBIENTALI
Lo scorso 13 maggio 2016 sono state registrate alcune conversazioni ambientali molto significative, all’interno dell’abitazione di Carlo Bruno. Intorno alle 19.33 si sono udite urla, tonfi e colpi violenti, dai quali è emerso che Bruni insieme a Giuseppe Gozzi, stavano picchiando un uomo non identificato. Gli inquirenti in ascolto, hanno riconosciuto con certezza la voce di Gozzi e Bruno che inveivano contro l’uomo, mentre si svolgeva l’aggressione: “pisciatù…luardo…muori“. Ad un certo punto Gozzi ha chiesto alla vittima: “Chi ha preso la roba?” e l’uomo si giustificava: “Zio Pì, ti giuro..”. Dopo la fase più cruenta del pestaggio, è stata registrata la conversazione tra la vittima, che si tamponava le ferite e gli indagati Gozzi e Bruno. Da quanto emerge l’uomo aveva ricevuto dagli indagati sostanza stupefacente da smerciare, ma pare non avesse rispettato gli accordi. I presunti spacciatori riforniti da Gozzi e Bruno si erano appropriati dello stupefacente senza versare il dovuto e ciò ha provocato la reazione violenta degli indagati che oltre alle botte, li hanno minacciati di morte.
Gozzi: Tu e P. siete entrati, P. le sta già buscando. Allora li tiene lui? A me dovete portare la roba.
Uomo: Zio Pì
Gozzi: Parla con lui, ammazzati con lui, a me dovete portare la roba
Uomo: Dice che lui ti aveva avvisato. Già mi sono preso una bastonata per niente? Mi hai voluto cacciare fuori, mi ci hai portato, l’ho aiutato…
Gozzi: Vai, vai
Uomo: E mi dai pure bastonate
Gozzi: Mi fai passare per favore
Uomo: Non è cosa così, io non le voglio fare più cose così
Gozzi: No non le fate più, questo è poco ma sicuro, ed ora lo dico a tutta Cosenza che andate a fare i lavori e rubate i cristiani insieme a voi, vi sputt..dentro tutta Cosenza
Uomo: Che fai??
Gozzi: E ora ti faccio vedere
Uomo: Ma io non ti ho fatto niente a te, sono venuto qua per te…sono qua per te zio Pì
Gozzi: Non mi interessa, andate a trovare la roba, me la dovete portare, chi caz..se l’è presa non me ne frega niente! Lavati
Si sente poi lo scorrere dell’acqua
Uomo: Io nemmeno i soldi ho avuto
Gozzi: Tu le hai prese solamente perchè sei quello più (incomprensibile), se no doveva essere picchiato P.
Uomo: Oh oh, a me quaranta euro mi avete dato
Gozzi: Ammazzalo. Fagli andare a prendere la roba.
Uomo: Io lo devo ammazzare? Tu gliel’hai portata
Gozzi: E io ammazzo, lo sparo a P. Non ti preoccupare che viene sparato…che si vada a nascondere..lo sparo ci faccio pagare pure per quelli che..i conti vecchi che tengo in corso io con questo
Uomo: Mi..mi avete ammazzato a me per niente ti giuro..ti giuro io per venirmi a guadagnarmi qualche cosa tolgo un pezzo di lavoro a te…ma tu sei pazzo? Ma per piacere! Bastonato, senza soldi, in pieno giorno.
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
Due degli indagati, Simone Gerace e Denny Romano accusati in concorso di estorsione per essersi fatti consegnare da A. C. a seguito di violente minacce 700 euro provento di attività di spaccio di cocaina. La conversazione telefonica intercettata risale al 26 Maggio del 2015 alle ore 22.24.
Denny Romano: Sono quel ragazzo che se non ti fai vedere, viene, entra dentro casa della tua ragazza e ti viene ad aprire la testa, forse non hai capito
A. C.: Si, hai ragione però
Denny Romano: No, io non ho ragione, io vengo a romperti il c…, che io non ne voglio ragione, il piacere mio è che vengo a romperti il c… davanti la tua ragazza, davanti tuo padre, davanti tua madre, perché tu non mi conosci a me, e neanche ti voglio conoscere, io domani mattina alle otto sono già sotto casa tua con una mazza da cinque chili che ti rompo le ginocchia, hai capito scemotto. Adesso cerca di mettere in moto e venire qui, se no prendi
A. C.: Ma non ci possiamo mettere d’accordo
Denny Romano: No, non ti mette d’accordo niente, io ti sfondo. Che hai avuto tutto questo tempo. Adesso ti dico una cosa, adesso stasera prendi e vieni, perché altrimenti domani mattina ti faccio male. Io vedi come te lo dico, perché ringrazia che io la sera non posso uscire, altrimenti ero già venuto, adesso se hai l’accortezza, se hai l’accortezza di venire stasera, io non ti tocco, però se ti becco domani ti rompo le ginocchia. Come dobbiamo fare?
A. C. : Ma …. una cosa?
Denny Romano: No, forse non hai capito, io non faccio niente. Io ti rompo il c…, forse non hai capito. Io ti faccio cadere i denti domani, io domani ti rompo i denti compare, ti metto il dito sopra una mattonella e lo colpisco con una mazza hai capito? Adesso, vieni stasera altrimenti domati ti rompo il c… dove ti trovo trovo. Hai capito?
A. C. : Si ora trovo
Denny Romano: Altrimenti ti sto scrivendo sul contatto della tua ragazza che ce l’ho tra gli amici, cretino
A. C. : Si ora trovo un passaggio e vengo
Denny Romano: Adesso devi trovare un passaggio e vieni. Non chiudere il telefono, non chiudere niente, perché dove ti trovo trovo compare ti rompo i denti
A, C. : Si
Denny Romano: Vedi che ti rompo i denti, dopo ti porto all’ospedale e ti pago (riferito ad un’eventuale detenzione ndr) massimo tre mesi, ti pago a te capito? Che io adesso sono uscito e non me ne frega niente. Hai capito?
A. C. : Si va bene, scusa.
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