Rifiuti, Occhiuto si scaglia contro la Regione e la vicina Rende

COSENZA – La frase “Fai la raccolta differenziata” campeggia dovunque e ieri era persino esposta sotto la curva nord dello stadio San Vito.

Un invito certamente utile ma che, al momento, non risolverebbe il problema di Cosenza così come di altri centri del Cosentino. Il sindaco della città dei Bruzi, sabato ha convocato una conferenza stampa straordinaria, per annunciare che sta valutando di emettere un’ordinanza per chiudere le scuole a causa del rischio igienico-sanitario a cui la popolazione è sottoposta per l’emergenza rifiuti che sta interessando da due settimane la città dopo la chiusura temporanea della discarica di Pianopoli (Cz), la cui riapertura non è stata ancora fissata.

 

“La situazione – ha detto Occhiuto – non è più accettabile sul piano della salute pubblica come pure per l’incolumità delle persone, visti alcuni incendi che si sono verificati. Sia chiaro: io non sono disposto a prendermi al riguardo delle responsabilità personali, perché è dal primo giorno del mio mandato che ho affrontato il problema. Ho rimodulato il progetto della raccolta esistente con un metodo spinto per ridurre drasticamente i rifiuti che vanno in discarica. Abbiamo dovuto convincere il soggetto gestore formando il personale addetto, abbiamo firmato una convenzione con il Conai che ci garantisce dati certi sulle percentuali della differenziata. Stiamo quindi portando avanti una precisa attività progettuale, come unica città della Calabria che, partendo da zero, ha già raggiunto il 40% della differenziata e che ha proposto inoltre un Centro di riciclo il cui finanziamento è stato bocciato dalla Regione. Insomma l’80% del mio impegno giornaliero da Sindaco è sempre stato rivolto a questo aspetto della vita amministrativa. Ma, per legge, al momento non abbiamo potere decisionale di risoluzione per l’emergenza in corso in quanto è la Regione Calabria che deve comunicarci i siti dove andare a conferire il residuo. Ora hanno sì firmato un emendamento che dà a Calabria Maceri la facoltà di farci conferire presso il loro impianto, ma di fatto Calabria Maceri non ci ha ancora autorizzati. Era in virtù di questo che ho siglato un’ordinanza per stoccaggio temporaneo”.

 

“Quando ci sono emergenze – ha proseguito Occhiuto – si alimenta una catena sbagliata perché davanti alla pressione che c’è non esiste ad esempio una regolare gara di appalto. Di conseguenza, rimane a lavorare quella determinata ditta arrivata in soccorso durante l’emergenza, ma questo è un modo sbagliato di entrare in un Comune. Io posso solo denunciare queste cose senza avere, purtroppo, alcun potere di risoluzione. Se si continua con la superficialità e le collusioni l’emergenza non si risolverà mai. La questione smaltimento rifiuti attiene alle Regioni e deve attuarsi nei confini regionali, salvo accordi momentanei con ordinanze specifiche. Il Comune in sé non può fare cose che competono ad altri, né sostituirsi a chi di competenza”.

 

“Ecco, la domanda è: perché ci troviamo in questa situazione in Calabria?. E’ un dato di fatto che in Calabria è stato speso un miliardo di euro in sedici anni per il Commissariamento del settore. Una somma esorbitante soprattutto se si pensa che la Calabria produce una quantità quotidiana di rifiuti, poco più di 2mila tonnellate, che nemmeno la città di Roma. Avrebbe potuto essere semplice, invece in questo settore la classe dirigente politica non ha mai fatto da guida intellettuale adeguata. Per un motivo: sostanzialmente, questo settore in Calabria non lo guida la politica ma i soggetti gestori che hanno in mano gli impianti e le discariche e, spesso, si occupano anche della raccolta. Oggi siamo ridotti ai privati che aspettano le situazioni di emergenza per poi farsi autorizzare i loro progetti. E’ proprio qui che è malato il sistema: le istituzioni delegate hanno puntato ad esaudire le continue esigenze dei soggetti gestori ogni volta che chiedevano qualcosa. Hanno preferito puntare sull’indifferenziata piuttosto che sulla differenziata”.

 

Per Occhiuto la Regione avrebbe dovuto insistere nel processo di formazione della raccolta differenziata e affiancare i Comuni nel progetto. “Il problema dei rifiuti – ha detto – è solo uno: che i soggetti gestori incaricati devono alimentare il loro business. È chiaro che nell’emergenza non ci si può affidare al tecnico di turno che magari ha rapporti di collusione con i soggetti gestori. L’emergenza rifiuti è come un tumore: per uscirne devi fare chemioterapia o radioterapia che, inevitabilmente, faranno male ad altre cose. Possiamo solo puntare sulla differenziata. A Rende, ad esempio, non fanno la raccolta differenziata ‘pura’. Sveliamo quest’altro arcano perché come Comune utilizziamo la loro stessa piattaforma e, insieme ai tecnici Conai, ho avuto modo di constatare che non è così”.

 

Intanto a Cosenza si susseguono i casi di incendi ai cumuli di rifiuti che hanno interessato in particolare Via XXIV Maggio, Viale Parco e Viale Cosmai. Diversi gli interventi dei Vigili del Fuoco chiamati a spegnere i roghi “tossici” certamente dolosi.

 

 

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