COSENZA – Stato di agitazione per i dipendenti del Consorzio di bonifica integrale dei bacini meridionali del cosentino.
I 37 lavoratori hanno incrociato le braccia e simbolicamente chiuso, con un lucchetto, la sede del consorzio. I lavoratori lamentano di non percepire lo stipendio da ormai 5 mesi. Inoltre avrebbero avuto la notizia che ci sarebbero 8 esuberi e chiedono risposte alle istituzioni.
Nello scorso maggio un’ interrogazione, presentata dal Senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Molinari di Montalto Uffugo, ha portato all’attenzione dei ministri competenti le criticità del sistema dei consorzi calabresi. “Da qualche anno questi enti, le cui funzioni – spiega un comunicato dei Cinquestelle – sono spesso sconosciute a buona parte dei cittadini-contribuenti. I Consorzi dovrebbero elaborare il piano di classifica, da approvare in sede regionale, lo strumento che individua e quantifica il beneficio che gli immobili consorziati traggono dall’attività di bonifica. L’aggiornamento annuale di tale piano garantisce un corretto calcolo dei tributi di bonifica ma in Calabria tutto cio’ non avviene, in quanto qui i consorzi sono sprovvisti dei piani di classifica ed impongono i propri tributi in base alla lett. a), art. 23, L.R. n. 11/2003, per permettere agli stessi di funzionare, di rimanere in vita, anche se non recano un beneficio alla maggior parte dei terreni che ricadono nei comprensori di bonifica, qualunque sia la loro tipologia, se collinari, pianeggianti, utilizzati o meno.
I cittadini – si evidenzia – chiedono che il pagamento dei tributi avvenga solo se i propri terreni ricevono un reale beneficio da opere ed attività di bonifica, come avviene nel resto d’Italia e come confermato da un consolidato orientamento della Corte di Cassazione”. Ma il sistema impositivo, secondo i grillini, non è l’unico problema dei Consorzi calabresi. “Bisogna fare chiarezza – è ancora scritto – sui bilanci dei singoli Consorzi, sui forti squilibri economico-finanziari, sull’esposizione finanziaria nei confronti di Enti Previdenziali oltre a contenziosi di varia natura, sugli stipendi dei livelli dirigenziali che non sempre sono proporzionati ai risultati di gestione. Un esempio per tutti: la Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale della Calabria ha recentemente esaminato il caso dell’ex Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, posto in liquidazione con l’accertamento iniziale di un debito di 36 milioni di euro, per scoprirsi successivamente che il debito dello stesso Consorzio risultava essere di oltre 150 milioni di euro: chi paghera’ questo debito?”.