Si è svolta ieri una fiaccolata per le popolazioni siriane ancora intrappolate nel conflitto a fuoco, Cosenza non resta indifferente e invoca la Pace
COSENZA – Una fievole speranza aveva colmato i cuori della popolazione disarmata e inerme di Aleppo, che attende l’evacuazione. Persone innocenti, vittime inconsapevoli di una guerra che non ha guardato in faccia nessuno, neanche i bambini. Solo due giorni fa l’evacuazione umanitaria che aveva iniziato ad essere attuata è stata sospesa. Non regge la tregua, in Siria si continua a sparare, si continua a morire. Il terrore è costante e tra i tiri incrociati di artiglieria, sono migliaia le persone ancora intrappolate nel conflitto. La decisione di sospendere le operazioni di evacuazione sarebbe stata presa dalla Russia dopo l’attacco a uno dei convogli avvenuto (secondo la televisione siriana), a un check point in cui i ribelli avrebbero cercato di prendere ostaggi tra i soldati di guardia. Ancora una volta, la speranza di salvarsi è stata stroncata, l’emergenza umanitaria è altissima.
Quella fievole speranza è stata rappresentata, ieri, con la fievole fiamma di candele accese in piazza XI settembre a Cosenza. La città bruzia non resta indifferente alla tragedia ed esprime la sua indignazione, per il massacro di Aleppo, attraverso una fiaccolata per richiedere la pace.
L’iniziativa, indetta da Ahmed Berraou, presidente delle Comunità straniere Cosenza, ha cercato di informare e sensibilizzare tutta la città su ciò che accade oltre i confini, in luoghi che a noi tutti appaiono lontani e sconosciuti, che quasi facciamo fatica a ricordare. Si dimentica spesso le migliaia e migliaia di vittime della guerra, si pensa che nessuno in prima persona sia colpevole di ciò che accade, ma anche gli italiani sono colpevoli, non sono esclusi dalle responsabilità della carneficina. Tutti abbiamo le mani sporche di sangue.
“Forse – scrive Ahmed – è iniziata l’evacuazione di Aleppo. Dalla Siria arrivano notizie di milizie che vanno casa per casa, giustiziando civili, donne e bambini, mentre un convoglio che doveva evacuare dei feriti è appena stato attaccato. Decine di migliaia di civili sono ancora in città, e stanno chiedendo aiuto. I nostri governi hanno fallito nel fermare questa guerra. Pretendiamo che ora, uniti, facciano la pressione necessaria affinché Russia, Iran e Siria permettano alle Nazioni Unite e alla Croce Rossa di evacuare in sicurezza i civili rimasti ad Aleppo.”
Ciò ancora non è accaduto, l’evacuazione è bloccata. Ieri, tuttavia, il presidente russo Vladimir Putin, in visita in Giappone, ha annunciato una nuova grande iniziativa di pace a cui sta lavorando insieme al presidente turco Erdogan: un tavolo di trattative per una pace complessiva. I colloqui si svolgeranno ad Astana, dice Putin, ma è tutto da vedere quale sarà la reazione occidentale a una decisione che di fatto esautorerebbe i paesi Nato da qualsiasi voce in capitolo sulla soluzione del conflitto siriano che dura da sei anni, dando alla Russia un ruolo guida nello scacchiere internazionale sia sul piano militare che diplomatico.
Ritorna quella fievole speranza allora, ma ci auguriamo che le parole di pace del presidente Putin, non si spengano come le fiammelle delle candele che ieri, hanno illuminato, la città di Cosenza.