Se è rosso sul calendario, allora è festa per tutti. La regola è semplice. Secca. E allora non puoi che adattarti. Si applica qui, a Qui Cosenza e ad RLB.
Neanche lo sapevo, quando, pochi giorni fa, ho iniziato a “ciarlare” per radio. La cosa mi ha fatto riflettere. E stamattina, giorno dell’Immacolata, a casa, mentre lavavo i piatti e le pentole accumulatesi nei giorni passati (vita da single, gioie e dolori…), ecco che mi sono ritrovato a riflettere su come sarebbe la mia vita con tutte le feste “santificate”. Premetto: di domenica spesso lavoro, perchè seguo eventi popolari, o di spettacolo. O la cronaca, quando capita qualche sciagura, che fa sempre notizia. Ma stamattina, giornata di sole sul cosentino, non è (ancora) successo proprio nulla. E allora mi concedo tranquillamente all’acqua tiepida e ai piatti. Pensando a chi, invece, adesso sta lavorando. Riflettendo, appunto, sulla bellezza della lentezza.
Sui negozi: aperti o chiusi? Sui dipendenti: loro la domenica (o le feste “rosse”) la vogliono libera o no? Certo: se mi paghi lo straordinario, allora lavoro! Ma quanto si deve lavorare di più? Quanto si vive per lavorare, scordando che si dovrebbe lavorare per vivere? E dove arriva il concetto di “vivere”? Cosa significa, alla fine? Mangiare, dormire, ridere, guardare la tv? O anche fermarsi a leggere un buon libro, in santa pace, guardare il panorama, fare una passeggiata senza meta, giocare con i figli, ascoltare un po’ di quella musica che ti piace, ma non ne hai mai il tempo? Prendi, per esempio, il mio campo: quello delle notizie. Siamo sempre in allarme, caso mai succedesse qualcosa. Ma andiamo in allarme anche se i carabinieri prendono uno scippatore. Non proprio una notiziona. Ma bisogna scriverlo subito. Online, su Facebook, lanciarlo su Twitter. Produrre ascolto, click. Ce lo insegna l’America: sempre on air. Mai una pausa.
Ma è questa la nostra cultura? E allora perchè in Germania i giornali chiudono alle 5 di sera? Non ci credete? Fatevi una gita. Nessun politico tedesco farebbe mai una dichiarazione dopo le 5. Non lo riprenderebbe nessuna testata. E anche i tg chiudono. Perchè chiude tutta la nazione. Ad una certa ora, i tedeschi mangiano. Poi c’è il teatro, il cinema, la musica, gli amici, la birra. Non lo sapevate che hanno una dimensione di vita così “pacata”, eh? Eppure non sono poveri. Invece in America, tutto sempre aperto, 24 ore su 24. Ma poi le stragi dei folli, per strada e nelle scuole, ci sono lì, in America. In Germania me ne ricordo una, forse due, negli ultimi 20 anni. La qualità della vita, in Europa, è migliore. Ma la stiamo perdendo… In America, supermercati sempre aperti. Con l’idea di Amazon, adesso, di “virtualizzarli”: niente casse, niente dipendenti. Tu entri, prendi una sorta di tablet, giri tra gli scaffali, metti la tua roba nel carrello e intanto “scarichi” gli acquisti. Online. Anche se sei dentro il supermercato. I sensori certificano che hai nel carrello ciò che hai pagato (online) e puoi uscire. Facile. Veloce. Assolutamente impersonale. Neanche un “buongiorno” alla cassiera. Non ce ne sono! Che bel mondo, l’America! Fatto apposta per gli orsi.
Mentre in Italia si discute (ma sottovoce, che sennò poi scatta qualche sondaggio che non favorisce il governo di turno…) se non sia il caso di tornare indietro, a prima delle liberalizzazioni, quando i negozi, i giorni in “rosso”, erano chiusi. Tutti. Certo, garantiti i servizi essenziali. E i bar e i ristoranti. E i “servizi turistici”. Ma quello che vende le cover dei telefonini o quello che fa le copie delle chiavi, quelli restano chiusi. E così i supermercati. Che se vuoi fare la spesa, suvvia, ti puoi organizzare un giorno prima. E goderti la tua “santa” domenica.
Già: la domenica. La Chiesa che dice? Accusata di voler solo fare “clienti”, non combatte più su questo fronte. Eppure questa sarebbe una bella “lotta sociale”. Garantire a tutti, anche ai dipendenti sfruttati, che ce ne sono, lo sappiamo, di avere almeno un giorno di pausa alla settimana. Chiaro che le grandi catene non sono d’accordo. Ma davvero, chiudendo un giorno alla settimana, si perdono clienti? O, piuttosto, i clienti si abitueranno a non usare la domenica per fare la spesa, dedicandosi invece ai figli, alle passeggiate, alla musica… alla vita. Quella vera. Che non dovrebbe mai puntare all’accumulo di cose. Che se ho 4 televisori in casa, non ho 8 occhi per vederli tutti assieme. Che mi basta una macchina per spostarmi. Non una per ogni tipo di tempo che fa. Che starei meglio a coltivare le mie passioni, a crescere dentro, che non a cambiarmi le scarpe mattina e sera. Insomma, che sarebbe bene spendere per cultura e viaggi. Non per oggetti. Scusate, ho finito di lavare i piatti. Ora mi sento un po’ di blues. Voi, se volete, andate a fare la spesa. Per me oggi è una giornata di festa. Io la penso così. E voi?