Ma che sta succedendo?
La domanda è d’obbligo dopo che ogni giorno, nel cosentino, è un bollettino di guerra. Siamo solo al 3 gennaio del 2014 e la cronaca registra un morto al giorno per incidente stradale. Due la notte di capodanno sull’autostrada nei pressi di Montalto, l’altro, un giovane di 20 anni a Mendicino, solo ieri sera. In nottata, un altro tragico incidente sulla statale 107; una ragazza di Montalto di 30 anni, sbanda con la sua Citroen C3 e rimane gravemente ferita. E’ ricoverata in prognosi riservata al nosocomio cosentino. E poi il sarto storico di Cosenza Vecchia che rimane prigioniero delle fiamme del suo laboratorio e la signora, impiegata del Comune di Cosenza che muore nel suo ufficio nel giorno del suo compleanno. E siamo solo al tre Gennaio del 2014. Una serie di eventi e di situazioni che ha portato perfino il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto a dichiarare: “ci troviamo a iniziare un nuovo anno che, per quanto partito secondo tradizione sotto gli auspici migliori, ci ha subito messo di fronte a lutti e dolore”. Ognuno trova giustificazioni che vanno dalla “maledizione” dell’anno appena entrato, alla ricerca di motivazioni che, magari ci appartengono. Infatti, non possiamo sempre affidare e “rifilare” alla sorte, al destino, alla maledizione, alla sfortuna, al segno zodiacale non in linea, ad un Dio che si dimentica dei suoi figli, le nostre responsabilità. Non possiamo solo pensare che la colpa va oltre la personale responsabilità. Così, a parte la strage di inizio anno, servirebbe più responsabilità alla guida, più controlli, più attenzione ad ogni livello. Non si può pensare di salvare il Mondo con una legge come quella in discussione in questi giorni sull’omicidio stradale. L’educazione e la responsabilità devono partire da ognuno di noi preso singolarmente, non ci sono leggi che possono fermare l’irresponsabilità, così come non ci sono leggi se non c’è chi le fa rispettare. Ed intanto si continua a morire anche sulle strade e mentre si muore si fanno i conti per vedere se la somma dei numeri che compongono l’anno sia un numero “maledetto” o se i martedì e le domeniche di ottobre siano una eccezione. Questo probabilmente ci “sgrava” la coscienza di responsabilità e ci rimette su una strada purtroppo ancora a “termine” o, se volete senza “uscita”.