Il consigliere del Pd guiderà l’ente fino alle nuove elezioni dopo il siluramento di Occhiuto operato dal Tar
COSENZA – Alla fine Graziano Di Natale l’ha spuntata. E la cosa, per lui, non è stata facile né leggera. Da questa mattina il consigliere paolano in quota Pd (e, secondo i bene informati, vicino a Nicola Adamo) è presidente della provincia nella sua qualità di membro anziano dell’assemblea provinciale e dovrà indire le prossime elezioni
Questo risultato è stato prodotto dalla recente del Tar che ha dichiarato l’illegittimità della pretesa di Mario Occhiuto, il quale si era reinsediato alla guida della Provincia a luglio, subito dopo la sua rielezione a sindaco.
Il passaggio giuridico è delicato, ma val la pena chiarirlo per capire (e far capire) come si sia arrivati a questo punto. Occhiuto, come tutti ricorderanno, era decaduto a metà febbraio dal ruolo di sindaco di Cosenza, in seguito alle dimissioni di 17 consiglieri comunali.
Lo scioglimento del Consiglio Comunale del capoluogo aveva avuto come immediato risultato la decadenza di tutti i consiglieri comunali cosentini presenti nell’assemblea provinciale e dello stesso Occhiuto dalla presidenza. In particolare, era decaduto anche il vicepresidente Lino Di Nardo.
Poco prima di lasciare la guida della Provincia, Occhiuto aveva nominato un altro vicepresidente: il coriglianese Francesco Giuseppe Bruno, politicamente vicino a Fausto Orsomarso e quindi nella stessa area del sindaco di Cosenza.
Contro questa scelta era subito insorto Graziano Di Natale, che aveva impugnato la nomina di Bruno al Tar, asserendone l’illegittimità (Occhiuto era di fatto già decaduto e quindi non avrebbe potuto nominare un vicepresidente che gestisse la Provincia al posto suo).
Di Natale vince sia al Tar sia al Consiglio di Stato. Ma a luglio Occhiuto torna alla guida di Palazzo dei Bruzi e riprende possesso anche della Provincia. La storia, piuttosto nota, ha sfiorato la denuncia penale: i contendenti, il consigliere di Paola e il sindaco rieletto, si sono denunciati a vicenda.
Infine, il Tar, dichiarando l’illegittimità di Occhiuto (che ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato), ha sciolto l’ultimo nodo. Almeno al momento: per impossibilità di avere un vicepresidente (che non può essere Di Nardo, che si era reinsediato assieme ad Occhiuto) che regga l’ente, toccherà a Di Natale guidare la Provincia e indire le prossime elezioni.
m. m.