Famiglie e crisi economica, “Compro oro” lo specchio del disagio

COSENZA – I negozi che si occupano di compravendita di oro usato hanno letteralmente spopolato in Italia in questo tempo di crisi che sta provocando notevoli difficoltà soprattutto per famiglie e imprese.

In tutta Italia i “compro oro” sono più di 28.000, la maggior parte a Roma, Napoli e in Sicilia, luoghi ad alta presenza di malavita. Purtroppo questa tipologia di attività ha fatto sì che, famiglie disperate, che non arrivano alla fine del mese, arrivino a vendere i propri preziosi per “campare”. A volte però non si è consapevoli di alimentare gli introiti dell’economia criminale, fatta di ricettazione e denaro sporco. Vendere i gioielli di famiglia è diventata la preoccupazione di chi non può più fare la spesa, pagare le medicine o il mutuo, di cittadini strozzati dall’usura o imprenditori cui è negato il credito in banca. Una sorta di “monte di pietà” dove però il prezioso viene solo “scambiato” con il denaro, che in momenti come questi è certamente più “utile” per le famiglie. Questo “baratto” legalizzato finisce spesso per essere contaminato dalla criminalità. “Compro oro”, sale slot machine, i centri scommesse e altre attività simili, rappresentano il degrado sociale che imperversa in Italia, un paese che in troppe occasioni ha dimostrato di essere corrotto e annichilito.

 

Secondo la Polizia, il 14% di queste attività compie operazioni illegali andando ad alimentare un giro d’affari di oltre 7 miliardi di euro all’anno per circa 400 tonnellate tra oro e argento. E’ anche vero che la gran parte dei “compro oro” lavora onestamente secondo le forze dell’ordine, dove apre un “compro oro” di solito si verificano aumenti di furti e rapine. L’Osservatorio sulla legalità ha calcolato che, nel 2011, furti, scippi e rapine sono aumentati del 70% nelle zone ad alta concentrazione di “compro oro”. Il boom dei negozi che acquistano preziosi non si arresta. Dunque i negozi Compro oro proliferano a vista d’occhio in un periodo di crisi e con il bisogno di liquidità delle famiglie. La clientela, eterogenea, è cresciuta del 20% nel 2012: dai pensionati agli studenti, fino alle casalinghe. D’altronde oggi è molto più semplice vendere i gioielli di famiglia che ottenere un prestito in banca. Secondo i dati dell’Eurispes il 28,5% degli italiani si è rivolto nel 2012 a questi esercizi commerciali rispetto all’8,5% registrato l’anno precedente (2011). L’altro motivo che incrementa questo business è il rialzo del prezzo dell’oro. L’importante è fare attenzione alla valutazione dell’oro, spesso ricompensato non al vero valore o alla quotazione giornaliera. Quel che è certo è che aprire un negozio del genere fa guadagnare. Si stima un introito di circa 350mila euro all’anno per ogni attività.

 

Aprire un “Compro oro”, facile e redditizio
Avviare un negozio compro oro non è un’impresa ardua. Al contrario, l’investimento iniziale è piuttosto modesto, il mercato di riferimento è stabile e le competenze necessarie per svolgere il lavoro sono facilmente acquisibili. Elementi che determinano pertanto un basso rischio d’impresa. Il pericolo di invenduto infatti, è assai scarso, dal momento che le società di raccolta dell’oro spesso stipulano col negozio delle convenzioni che regolamentano il ritiro della merce, che tra l’altro viene pagata immediatamente. Anche la liquidità necessaria è contenuta, perché serve solo per pagare gli oggetti che i privati portano e non si tratta in generale di grandi somme. Altro elemento favorevole è la penetrazione sul mercato, che presenta minori problemi rispetto ad altre realtà commerciali. I privati che si recano in negozio per vendere la propria merce rappresentano sia i fornitori sia, spesso, anche i clienti dell’attività. Dunque reperire la clientela non è affatto difficile. Al riguardo non è da sottovalutare l’attrattiva che ha sui possibili fornitori, e quindi clienti, la possibilità di ottenere un pagamento immediato e in contanti su ogni oggetto venduto. Un elemento nobile di questo tipo di attività è il tema ecologico legato al riciclo dell’oro, in quanto il metallo presenta numerose qualità rinnovabili; la possibilità quindi di recuperarlo permette un risparmio ecologico considerevole.

 

A Cosenza controlli mirati – La Polizia di Stato ha avviato una serie di controlli in alcuni esercizi commerciali “compro oro”, della provincia ed in altre gioiellerie con licenza di compravendita di oro usato. Nel corso di uno dei controlli è stata riscontrata l’esistenza di numerosi monili ed oggetti preziosi per i quali l’esercente non ha potuto dimostrarne la provenienza commerciale. Dopo accertamenti e verifiche, si è provveduto a sottoporre a sequestro numerosi oggetti, per accertare l’origine della loro provenienza.

 

Chi si reca in questo tipo di negozio deve fare attenzione:

Alla quotazione: aggiornarsi costantemente sulle quotazioni dell’oro. Alcuni venditori potrebbero non applicare un prezzo corrispondente al reale valore. Alla purezza: fare attenzione se l’oro è a 18K (impuro, composto al 75% da oro e al 25% da altre leghe) o oro puro a 24K. Spesso il prezzo annunciato si riferisce a quest’ultimo, ma se si vuole vendere oro a 18K il prezzo va decurtato del 25%. Inoltre, non tutti i Compro Oro accettano di comprare oro puro.

Al peso: è preferibile pesare il proprio oro da soli (su una bilancia digitale) o presso un gioielliere specializzato. Non è raro che nei Compro Oro la bilancia segni un peso inferiore a quello reale.

Al pagamento: accertarsi che il pagamento sia effettivo e che non sia proposto, al contrario, un semplice scambio di preziosi.

Ai documenti: tutte le transazioni devono essere registrate, in base all’art.247 del regolamento di Polizia. Devono essere registrati sia i dati del venditore che del compratore. Questo al fine di non essere coinvolti in reati come la ricettazione, l’evasione e il riciclaggio.

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