Prosegue il dibattimento a carico di Emanuele Gencarelli, accusato di aver legato il proprio congiunto minorenne.
COSENZA – Una famiglia semplice e per bene, così almeno ha confermato l’assistente sociale Marcella Vitelli, autrice di un verbale sul figlio minore dei Gencarelli. Ed Emanuele Gencarelli, che ora ha 24 anni e vive a Montalto con i suoi, è descritto da Marco Pingitore, psicologo e ausiliario di polizia giudiziaria, come persona responsabile e matura. Non a caso si ammazza di lavoro quando e come può.
Ma Emanuele si trova sotto processo perché accusato di sequestro di minore: a fine gennaio 2015 lui telefonò ai carabinieri per avvisarli di aver legato suo fratello, che all’epoca aveva 13 anni, perché completamente indisciplinato, ingestibile e incline alle cattive frequentazioni. Già una volta il ragazzino si era ficcato nei guai: fu beccato dai carabinieri in auto in compagnia di persone più grandi di lui. E in quella stessa auto, in quell’occasione, fu trovata della droga.
Difficile badare a questo ragazzo: il padre, ex operaio specializzato nel settore delle telecomunicazioni, è il classico gran lavoratore, che, pur di non far mancare nulla alla famiglia, gira mezza Calabria per lavori occasionali e, il più delle volte, è fuori sede. La madre è impegnatissima per arrotondare il bilancio familiare e, per di più, occupata da un terzo figlio disabile.
Ed Emanuele si è ficcato nei guai per aiutare il fratello più piccolo. Parrebbe senza eccessive ribellioni di quest’ultimo, che temeva di finire in giri peggiori. Certo è che il ragazzo non avrebbe rigato dritto. Inviato in una casa famiglia fuori provincia, ne è scappato a maggio. E poi ha avuto a che fare per altre due volte con le forze dell’ordine. La prima per furto di monete da un parchimetro, la seconda per possesso di sostanze stupefacenti.
Il collegio giudicante di Cosenza, presieduto da Enrico Di Dedda, dovrà ascoltare il 20 settembre i genitori di Emanuele e la difesa, rappresentata dall’avvocata Chiara Penna, incrocerà le armi con il pm Giuseppe Visconti. Il caso è delicatissimo: dalla decisione del Tribunale dipende il futuro di due ragazzi e della loro famiglia. Già: fino a che punto l’eccesso di amore fraterno può essere un reato?
m. m.