COSENZA – Probabilmente la situazione è sfuggita anche al loro controllo.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, ha pertanto deciso di costituirsi parte civile contro gli autori della truffa rilevata dai Nas dei carabinieri nell’operazione “Ganimede”, eseguita due giorni fa e rivolta al contrasto del doping nelle palestre di diverse province del sud. La decisione dell’Asp sarebbe stata determinata “dall’utilizzo illecito di propri ricettari sottratti alla medicina di base, per la prescrizione di farmaci succitati a pazienti anche deceduti, e la compilazione di ricette SSN firmate da medici all’oscuro di tutto o addirittura inesistenti” e dal “danno erariale che la prescrizione di tali farmaci ha prodotto quantificabile in circa un milione di euro”. L’operazione denominata “Ganimede” ha portato all’arresto di 7 persone finite in carcere, due ai domiciliari, e cinque con divieto di dimora presso i rispettivi comuni e i restanti diciassette, sono indagati a piede libero. L’inchiesta diretta dal procuratore Granieri vede accusati gli indagati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, ricettazione, falso e violazione della normativa sul doping. Palestre controllate in tutto il meridione, da Cosenza a Sibari, da Lamezia a Crotone ma anche Foggia, Napoli, Taranto, Messina e Roma. L’accusa parla di commercializzazione capillare delle sostanze dopanti con gravissimo pericolo in particolare per la salute pubblica a causa della totale assenza di controllo medico nell’utilizzo delle sostanze dopanti utili per gonfiare i muscoli a costo della vita.
Le persone arrestate sono Donatello Altomare, 39 anni di Donnici (Cs), Pilerio Gallo cosentino di 27 anni, Annunziato Garofalo 37enne di Trenta (Cs), Amedeo Segreti 38 anni di Castrolibero (Cs), Vincenzo Dattoli 40enne di Cassano Jonio, Ippolito Grandinetti 38enne di Carolei (Cs) e Giampiero Posterino, 42 anni di Mendicino (Cs). Ai domiciliari invece sono finiti Francesco Grano, 34 anni, e Pasquale Mazza, 32 anni entrambi di Cosenza. Divieto di dimora nel comune di residenza per Maura Costabile, cosentina di 45 anni; Vincenzo Aiello 43 anni di Castrolibero (Cs); Paola Battafarano 32 anni di Cassano; Maurizio Caricchia 44 anni di Foggia e Davide D’Alessandro, napoletano di 27 anni. Obbligo di dimora infine per Mario Amato, 28 anni di Rometta, in provincia di Messina, e Vincenzo Mazzei 31 anni di Cerchiara (Cs). I promotori di questa organizzazione, Grandinetti e Garofalo, avrebbero impartito ai complici come comportarsi e le regole da seguire per l’attività delittuosa; in pratica si procuravano le ricette mediche di provenienza illecita e le comipalvano abusivamente, in alcuni casi assegnando l’incarico a terzi. Sulle ricette indicavano la prescrizione dei farmaci dopanti in favore di soggetti inesistenti, estranei alla vicenda e apponevano il timbro apparentemente riferibile a medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. Queste ricette venivano poi cedute in cambio di un corrispettivo in denaro mentre in altri casi, venivano consegnate a Gallo Pilerio, che si occupava del ritiro in farmacia di questi farmaci che poi venivano commercializzati nei confronti di un numero indeterminato di soggetti dediti all’attività sportiva di body building.