‘Coca’, ‘roba’ e ‘piombo’ tra Cosenza e la sibaritide, scacco al clan dei nomadi (LE FOTO DEGLI ARRESTATI)

COSENZA – Non hanno un quartier generale, ma un’intera provincia in cui ‘operare’ indisturbati.

Il business è quello che rende. Quello fatto di cocaina, eroina e armi clandestine. Nulla è lasciato al caso. In città alcune cellule svolgono dei lavori, nella provincia altri più ‘sporchi’. Fino a stamattina. Nelle prime ore di oggi infatti circa 150 carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza sono stati mobilitati con unità cinofile ed elicotteri per dare esecuzione a provvedimenti di fermo nei confronti di 11 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Da una masseria della sibaritide pare che partissero ingenti quantità di sostanze stupefacenti, soprattutto eroina, provenienti dall’estero per essere smistate tra i diversi corrieri. Il tutto avveniva nella roccaforte del clan dei nomadi a Lauropoli, all’ombra degli accordi siglati dopo la guerra a suon di lupara tra il clan Abbruzzese e quello dei Forastefano. I provvedimenti, emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sulla scorta delle indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Corigliano Calabro grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, riguardano attività avviate nel dicembre 2011.

 

All’epoca le perquisizioni avevano già consentito di trarre in arresto 12 persone e sequestrare circa 16 chili di sostanze stupefacenti di cui otto chili solo di eroina, sei pistole e due fucili nonché segnalare quali assuntori di sostanze stupefacenti oltre cinquanta persone. Nel corso dell’operazione, denominata Drugstore in virtù della funzione di ‘supermercato delle droghe pesanti’ assunto dal sodalizio criminale, sono stati rintracciati i canali di provenienza della cocaina e neutralizzata una fitta rete di spacciatori operanti a Cosenza, Cassano, Sibari e più in generale in tutto il comprensorio dell’alto Jonio cosentino. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno scoperto dei collegamenti con un’altra inchiesta dell’antimafia su Cosenza che ha portato all’esecuzione di quattro fermi nei confronti di elementi coinvolti nel medesimo traffico di stupefacenti. Si tratta di Luigi e Celestino Abbruzzese di via Popilia, Antonello Vetere di Montalto e Marco Paura di Cosenza Vecchia. I militari nella giornata di oggi hanno quindi notificato in totale quindici ordinanze di custodia cautelare. A finire in manette oltre ai quattro cosentini sono: Antonio Abbruzzese classe 1958, Antonio Abbruzzese classe 1984, Celestino Abbruzzese classe 1982, Rocco D’Amati classe 1990, Vincenzo D’Amati classe 1968, Leonardo D’Amati classe 1970 e Francesco Malomo classe 1972, tutti disoccupati già noti alle forze dell’ordine. Gli inquirenti hanno sottolineato la pericolosità del sodalizio tra i clan dei nomadi che nella gestione del proprio business si avvale di un ricco arsenale di armi da fuoco. Drugstore infligge un duro colpo agli affari degli affiliati che con lo spaccio di cocaina ed eroina muovevano cospicue somme di denaro rimpinguando le casse delle cosche della sibaritide.

 

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