COSENZA – Lo spettro dell’inceneritore aleggia sul cosentino.
La costruzione di un termovalorizzatore benedetta sia dal PDL che dal PD, nonchè dalle consorterie criminali che da tempo sfruttano il business dei rifiuti pare stia per diventare realtà. Il sistema di smaltimento dei rifiuti della Calabria terminerà infatti a Cosenza, con l’implementazione di un nuovo impianto. Si tratta di una piattaforma per trasformare la “differenziata” in energia, bruciandola e facendone respirare ai cittadini i fumi. Cosenza, Rende, Castrolibero hanno già chiesto di ospitare l’impianto. Non per rimpinguare le liste di decessi per patologie oncologiche, bensì per accaparrarsi ben 15 milioni di euro di fondi europei da investire. Una torta che fa gola. La Regione di Scopelliti è già pronta. Nessuno aveva dubbio. Delle venti città interessate e invitate alla manifestazione di interesse per ospitare l’impianto nel proprio territorio ce ne sono tre “valide” da un punto di vista logistico per il cosentino: Bisignano, Luzzi, Rogliano. I tre Comuni, secondo gli studi, sono in una posizione geografica strategica per lo sversamento di rifiuti. La Regione sceglierà una delle tre aree e, con l’accordo dell’ente locale, sorgerà lì la macchina anche se i tre Comuni dell’area urbana lotteranno fino all’ultima conferenza dei servizi per dare asilo alla struttura tanto temuta dalla cittadinanza. Soprattutto a Rende, dove il PD, nel silenzio di tutti, da diverso tempo ha già autorizzato la costruzione di un impianto di termovalorizzazione tra i quartieri universitari.