CASTROLIBERO – Preso. L’intensificazione dei servizi di potenziamento dei controlli e perlustrazione sul territorio, disposti dal colonnello Francesco Ferace, comandante dell’Arma provinciale dei carabinieri, ha permesso agli inquirenti del 112 di dare un nome ed un volto all’autore del colpo alla farmacia Beneduce.
Le telecamere a circuito chiuso, installate all’interno e all’esterno della farmacia, hanno permesso ai militari di “incastrare” Stefano Santagata, 44 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Il rapinatore, catturato e messo alle strette dai carabinieri, ha ammesso le sue responsablità. Ora è in carcere, in attesa di comparire in tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto. Santagata era entrato nella farmacia alcuni giorni fa. Occhiali da sole, maglietta e determinazione a mettere a segno il suo disegno criminoso, il 44enne s’era avvicinato al titolare della farmacia intimandogli di consegnarli tutti i soldi: «fai quello che ti dico, non fare scherzi e dammi i soldi, se non vuoi una coltellata nella pancia». Presi i soldi, s’era allontanato, dandosi alla fuga tra le vie del centro storico, quelle stesse viuzze dove fino a poco tempo fa abitava. Ma il suo volto è stato visionato dal luogotenente Cosimo Saponangelo che non ha avuto difficoltà nel riconoscerlo e ammanettarlo. L’arresto di Santagata e un buon punto di partenza per dare volti e nomi agli autori degli altri colpi. Sono di ieri, infatti, due nuovi e preoccupanti episodi di questa escalation. Il primo s’è verificato all’0interno di una gioielleria di San Giovanni in Fiore. Tre i malviventi in azione che, dopo il colpo si sono dati alla fuga, a bordo di una Fiat Punto di color bianco. Il bilancio della rapina è pesante: Salvatore Crivaro, titolare del negozio è stato malmenato pesantemente ed è ricoverato, in gravi condizioni, al Policlinico di Germaneto, dalla gioielleria sono stati presi soldi, oro e altri oggetti di valore. Gli indizi raccolti dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Cosenza, coordinati dal maresciallo Domenico Lio, intervenuti sul caso insieme ai colleghi della stazione di San Giovanni in Fiore, diretti dal maresciallo Antonio Pantano, indirizzano gli inquirenti su una pista precisa: quella di un commando straniero, probabilmente dell’Est. E a proposito di utilitarie in fuga. Si cerca con insistenza l’auto, utilizzata da tre malviventi per mettere a segno un colpo, l’ennesimo, ai danni di una tabaccheria di Laurignano, zona residenziale a sud della periferia cittadina. Il modus operandi dei rapinatori è il solito: armi in pugno e passamontagna sul volto.