CASTROVILLARI (CS) – Dalla frittura al biodiesel grazie ad un particolare processo chimico.
“Non sprecare neanche una goccia. Disperdere nell’ambiente l’olio da cucina provoca gravi danni alle falde acquifere. L’olio deve essere una risorsa”. Questo, il messaggio dell’ultimo dei diversi video di sensibilizzazione realizzati da ALESSCO (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile della provincia di Cosenza). Il progetto Recoil, persegue l‘obiettivo di aumentare la produzione sostenibile di biodiesel e la sua introduzione nel mercato locale, attraverso la raccolta dell’olio da cucina usato dalle famiglie e la successiva trasformazione in carburante. L’utilizzo per gli scuolabus dei progetti pilota di Castrovillari e Castrolibero ne rappresenta un esempio imitato in tutta Europa.
Solo altre cinque località in Europa hanno avviato le operazioni per la produzione di biocarburante con il riciclo dell’olio esausto da cucina. Le analisi chimiche svolte, nel frattempo, hanno certificato l’ottima qualità del prodotto e i report europei dimostrato l’eccelsa gestione di Recoil nel Pollino. Necessario supportare, a livello europeo e nazionale, il processo di raccolta e valorizzazione dell’olio usato da utenze domestiche. Il suo recupero, non solo evita danni ambientali ed economici, ma comporta risparmi nelle casse municipali. L’olio usato infatti, se recuperato, può essere utilizzato come risorsa energetica in impianti di cogenerazione o trasformato in biodiesel mediante una trasformazione chimica. Si tratta della transesterificazione (trasformazione degli oli vegetali attraverso la rottura delle catene carboniose che compongono gli oli in catene più semplici) una lavorazione che svolge la VARAT, una società di Saracena, che essendo nel cosentino, quindi a breve distanza dai siti di raccolta, rende meno dispendioso il trattamento.
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