Confermata in appello la sentenza di condanna per Carmine Cristini accusato di aver ucciso il suo amico.
CATANZARO – Riformulata la pena che dovrà scontare il trentenne di Montalto Uffugo. A sentenziarlo è stata la Corte d’Assise d’appello di Catanzaro oggi confermando la condanna di Carmine Cristini. Accusato di aver freddato con sette colpi di pistola Stanislao Sicilia, giudicato con rito abbreviato, Cristini aveva incassato una condanna a diciotto anni di reclusione lo scorso mese di marzo. Pena che dal collegio giudicante catanzarese è stata ora ridotta a sedici anni di detenzione. Non è da escludere che la difesa, una volta acquisite le motivazioni della sentenza, possa ricorrere in Cassazione per far chiarezza su una vicenda cui contorni pare siano ancora oscuri. A partire dalla ricostruzione dell’omicidio. Il legale di Cristini, Giuseppe Manna, aveva infatti richiesto una nuova perizia per le incongruenze sorte a seguito dell’autopsia eseguita sul corpo del ventinovenne ucciso sotto la propria abitazione il 3 dicembre del 2014. Dagli esami necroscopici sembrerebbe che nel momento in cui ha premuto il grilletto il trentenne si trovasse alla sinistra di Sicilia, mentre dalla perizia balistica emergerebbe una traiettoria dei proiettili ben diversa con i colpi sparati dall’interno della macchina, ma dal lato destro. Rigettata l’istanza formulata dalla difesa, tale aspetto non è stato successivamente approfondito.
Così come non è mai stata accertata la presenza di una terza persona sul luogo del delitto di cui l’imputato ha più volte ribadito l’esistenza affermando di essere stato intimorito e di aver agito per legittima difesa. Nonostante non sia stato ritenuto attendibile era ormai noto che Cristini, nel periodo precedente all’omicidio, temendo per la propria incolumità, era solito uscire armato con un giubbotto antiproiettile acquistato regolarmente in armeria dopo aver richiesto l’autorizzazione alla Questura di Cosenza. Quella sera a Vaccarizzo, frazione di Montalto Uffugo, Sicilia pare fosse in auto con un’altra persona che avrebbe sbarrato la strada a Cristini per poi tentare di spararlo con un fucile, quest’ultimo per reagire avrebbe quindi preso la propria arma e colpito al buio il ventinovenne. Non essendovi alcun testimone, non è stato possibile accertare tale versione dei fatti. La sorella di Stanislao si sarebbe affacciata dal balcone solo dopo aver udito il rumore dell’esplosione dei colpi d’arma da fuoco quando il fratello era già accasciato a terra e sul posto non c’era ormai nessuno. Carmine Cristini, dopo essersi consegnato alle forze dell’ordine e aver confessato il delitto, è stato così condannato per omicidio volontario premeditato. Vittima e assassino risultavano entrambi indagati per spaccio di sostanze stupefacenti e rapina.