MONTALTO UFFUGO – Il peperoncino di Calabria? Un SuperFood per combattere il cancro intestinale.
Parola di Nicola Uccella, docente di Scienze biomolecolari degli alimenti mediterranei della Scuola di specializzazione Facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata. Uccella, responsabile dell’Istituto regionale di scienze molecolari (Iresmo Foudation) di Montalto Uffugo, sottolinea in un expertise dell’istituto di ricerca, “la sapienza del peperoncino, piccante toccasana per la salute, consumato sempre sulla mensa quotidiana in Calabria, che contrasta la cultura del fast-food dannoso” La superspezia, giunta in Europa dalle Americhe, al seguito di Cristoforo Colombo, proprio negli Stati Uniti è da tempo oggetto di una rivalutazione che ne ha fatto un SuperFood, un alimento cioè ricco di nutriente considerato particolarmente benefico per la salute e il benessere, proprio perché “può contrastare il cancro nel nostro intestino, stressato dall’assiduo assalto di tossine. E la nuova strategia per meglio combattere questa forma di tumore – sostiene Uccella – è proprio mangiare la spezia eccellente di Calabria, perché esalta la resistenza al cancro intestinale. E’ la capsaicina il bioattivo del peperoncino calabrese. Ed è il piccante bruciore della nostra bocca a reagire coi recettori delle cellule intestinali e ridurre le probabilità di sviluppo per il cancro nel nostro colon-retto”. “La fitomolecola del peperoncino piccante – dice ancora Uccella – interagisce con i recettori TRPV1, canali ionici specializzati per acidità, calore e sostanze chimiche piccanti. Inibisce la crescita delle cellule epiteliali e quindi combatte il progredire del tumore. Nell’alto rischio di sviluppo per tumori intestinali, c’è una benefica attività cronica sul TRPV1. Il più piccante dei peperoncini di Calabria è così pepato da infiammare la nostra bocca e bruciare anche qualcos’altro. Brucia il tumore nel nostro intestino”.
