Emmezeta: dal tavolo ministeriale in nulla di fatto

MONTALTO -Il cielo sopra l’Emmezeta è sempre più nero: salvo “miracoli” istituzionali dell’ultimo minuto, si chiude il 31 dicembre. Poi, per riprendere un famoso slogan del gruppo, “piacere di esserti stato utile”.

Bruciata una delle ultime chances di restituire dignità e futuro ai 78 dipendenti del punto vendita di contrada Pantoni, dopo che l’incontro a Roma presso il Ministero del Lavoro tra sindacati delle sigle Fisascat-Cisl, Filcams-Cigl, Uiltucs-Uil e Conforama Italia Spa, si è concluso con un inquietante nulla di fatto. Sul tavolo della Direzione Generale delle Relazioni Industriali le cifre di un vero e proprio dramma occupazionale nazionale: in gioco, infatti, non c’è solo il destino dei lavoratori calabresi: da Udine a Varese, da Rieti a Brindisi, passando per la nostra terra e fino al profondo sud siciliano, sono in tutto 198 i dipendenti ai quali tremano i polsi. Per tutti è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo in base alla legge 223 del 1991.

Durante il briefing romano, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno proposto nuovamente a Conforama di prevedere, in alternativa alla messa in mobilità, il ricorso al contratto di solidarietà difensivo. Questo particolare accordo prevede una riduzione dell’orario di lavoro oltre che una integrazione salariale del 60% della retribuzione perduta dal lavoratore per una durata di 36 mesi.

Secco il no del gruppo commerciale che ha definito il Cdsd incompatibile con l’organizzazione del lavoro dei propri negozi, formulando in alternativa una proposta conclusiva per giungere ad una soluzione condivisa che però non prescinda dalla mobilità. In sostanza, la Spa offre ai dipendenti del punto vendita calabrese, due diverse opzioni.

La prima prevede il riconoscimento di un incentivo alla esodo, pari a 10 mila euro per ogni lavoratore full time e riproporzionato per quelli a tempo parziale, a patto però che gli stessi non si oppongano al licenziamento ( i cosiddetti “volontari”). In alternativa potranno ottenere il diritto alla riassunzione, esercitabile per un periodo di otto mesi (due in più rispetto a quelli previsti dalla legge) solo nel caso che Conforama decidesse di aprire nello stesso territorio montaltese un nuovo punto vendita. Concessa, infine, una deroga di 120 giorni (dalla scadenza della fase amministrativa della mobilità) per avviare i licenziamenti collettivi previsti, al fine di perfezionare le risoluzioni dei rapporti di lavoro entro i primi tre mesi del prossimo anno. « E’ una proposta inaccettabile – replicano i sindacati – che dimostra il netto rifiuto ideologico di Conforama a qualsivoglia strumento alternativo al licenziamento dei lavoratori ».

A dieci giorni dalla chiusura della fase amministrativa del procedimento, la Direzione ministeriale ha infine fissato una nuova convocazione delle parti per giovedì prossimo. Per molti, l’ultima spiaggia. Al via intanto il secondo giorno dei tre proclamati ieri, al quale non hanno aderito solo 7 dipendenti. Risultato: facce tese, qualche malumore interno e punto vendita regolarmente aperto.

 

( fonte: www.montaltouffugonline.it)

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