Ieri, il gip distrettuale Assunta Maiore, ha respinto la richiesta d’arresto per voto di scambio, nei confronti di Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi. Restano comunque indagati a piede libero
COSENZA – Corruzione elettorale e voto di scambio politico-mafioso: con queste accuse la Dda, lo scorso 21 giungo, aveva chiesto l’arresto del consigliere regionale Orlandino Greco. Ieri, il gip distrettuale Assunta Maiore, ha respinto la richiesta. Orlandino Greco, dunque, non finirà tra le sbarre, ma su di lui si continua ad indagare. Stessa sorte per il consigliere provinciale Aldo Figliuzzi, anche lui non andrà in carcere. Le accuse contro di loro erano state mosse sulla base delle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia, tuttavia ritenute dal gip, “prive di riscontri individualizzanti“. Secondo i sei pentiti per ottenere voti, in cambio di soldi, Greco e Figliuzzi si sarebbero rivolti a nomi noti della criminalità organizzata.
A dichiarare ciò furono i collaboratori Adolfo Foggetti, Ernesto Foggetti, Daniele Lamanna, Roberto Calabrese Violetta, Edyta Kopaczynska, e Marco Massaro; che fecero emergere “forti sospetti” sui rapporti tra Greco e Figliuzzi con la malavita, tanto da aprire un’inchiesta e chiederne l’arresto. Ma l’assenza di prove tangibili, riscontri certi e imprecisioni dei pentiti, non ha accolto la richiesta.
I fatti si riferiscono al periodo in cui Orlandino Greco fu sindaco di Castrolibero – secondo le dichiarazioni dei pentiti – da lui amministrata grazie ai voti ottenuti in cambio di denaro sia nel 2013 che nel 2008. Si parla, poi, anche delle elezioni del 2013, quando Greco lasciò il posto al cugino Giovanni Greco. Tutte e tre le tornate elettorali, sarebbero state influenzate dal clan Bella-Bella e poi dal clan Rango-Zingari. Parlarono di 20mila euro in contanti che, l’allora neosindaco Greco, consegnò direttamente nelle mani di Michele Bruni, deceduto nel 2011. A mediare l’incontro sarebbe stato proprio Aldo Figliuzzi, allora candidato al consiglio comunale. Oltre al denaro, i pentiti dichiararono di aver ricevuto anche posti di lavoro all’interno di alcune cooperative ricadenti nel Comune di Castrolibero.
Ma nell’inchiesta si parla anche di presunte estorsioni subite dagli stessi Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi, all’interno proprio del Municipio. Per i due niente manette, ma continuano gli approfondimenti sul caso e restano, comunque, indagati a piede libero.
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