La Protezione civile regionale ha voluto ancora una volta a smentire, dopo alcune fake news circolate anche su WhatsApp su una possibile nuova forte scosse di assestamento precisando “che chiunque diffonde notizie che possono provocare allarme tra i cittadini, è perseguibile penalmente”
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RENDE – Tra ieri e oggi sono arrivate alla nostra redazione diverse segnalazioni di cittadini, giustamente arrabbiati e preoccupati, che chiedevano lumi dopo aver letto alcuni articoli di stampa che annunciavano una nuova forte scossa di terremoto e che quella avvenuta ieri pomeriggio a Rende, lo ricordiamo di magnitudo 4.4, era solo “premonitrice” rispetto a quanto dovrà ancora accadere. Non solo, in mattinata è iniziato a circolare su WhatsApp un messaggio audio di una sedicente volontaria della protezione civile che metteva tutti in allerta, con tanto di orario, sull’arrivo di una nuova violenta scossa di assestamento. Si tratta (occorre ribadirlo) di una fake news e di una notizia assolutamente priva di fondamento così come precisato dalla Protezione civile regionale, che ancora una volta ha tenuto a sottolineare come non solo i terremoti non si possano prevedere ma chi diffonda notizie che possano provocare procurato allarme, siano penalmente perseguibili.
“In queste ore – scrive la protezione civile – si stanno diffondendo notizie – anche mediante WhatsApp audio– su possibili scosse di assestamento molto forti che potrebbero interessare la provincia di Cosenza, dove, nella giornata di ieri, si è verificato un evento sismico importante di magnitudo 4.4. Si ribadisce per l’ennesima volta che il terremoto non può essere previsto e che ogni informativa di carattere diverso è totalmente priva di fondamento. La nostra Regione ha una pericolosità sismica elevatissima e la storia ci insegna che i terremoti possono verificarsi ed avere anche effetti rilevanti. Di fronte a questo rischio occorre tenere sempre ben presenti i comportamenti da adottare prima, durante e dopo l’evento, in funzione di una indispensabile prevenzione. Si vuole ricordare – conclude la Protezione civile – infine che chiunque diffonde notizie che possono provocare allarme tra i cittadini, è perseguibile penalmente.