Molti dei soggetti coinvolti sono stati arrestati grazie alle dichiarazioni del pentito De Rose; altri invece sono stati raggiunti dalla misura cautelare per le dichiarazioni degli assuntori. Droga a fiumi, in particolare cocaina, spacciata anche davanti alle scuole.
COSENZA – Sono diversi i comuni coinvolti, da Cosenza a Rende, da Mendicino a Castrovillari. L’operazione Alarico di questa mattina ha smantellato una rete di spaccio che arrivava anche nelle scuole. A sottolinearlo stamattina ai microfoni di Rlb, il comandante dei carabinieri di Cosenza, il colonnello Piero Sutera: “L’operazione ha interessato Cosenza e moltissimi comuni dell’hinterland a cominciare da Rende, ma anche Castrolibero, Mendicino, Cerisano, Spezzano della Sila… Sono veramente tanti con un’indagine molto vasta, non solo nei numeri ma anche nelle ipotesi di reato che sono state contestate agli indagati: si va dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’estorsione continuata, ma anche la detenzioni e il porto di armi clandestine, rapina, furto in abitazione e vendita di monete false. E’ un quadro accusatorio molto vasto”
Minori vendevano droga anche nei pressi delle scuole
“Tra gli arrestati e ristretti in comunità ci sono purtroppo anche 3 minorenni – spiega con amarezza Sutera – per i quali è stato accertato il ruolo di pusher. Sono stati cristallizzati ben 34 episodi di cessione di stupefacente e droghe pesanti come la cocaina. Ma il quadro che ci allarma di più e che purtroppo anche gli assuntori erano in molti casi minorenni e venivano intercettati in prossimità di alcune scuole di Cosenza”.
Denunce di alcune madri coraggio
“Le abbiamo definite mamme coraggio perché hanno avuto la forza di varcare i cancelli della stazione dei Carabinieri di Cosenza e fornirci degli importanti apporti informativi che hanno corroborato il quadro molto vasto di prove ed evidenze già raccolte. In un caso la mamma di un giovanissimo assuntore, oramai stremata sia dalle violenze in ambito familiare del figlio che dalla sua tossicodipendenza, ha fatto i nomi anche di alcuni soggetti già coinvolti nell’indagine. Si è avuto modo di scoprire che gli indagati maggiorenni, per minimizzare il rischio delle loro condotte delittuose, non esitavano ad impiegare minori nelle attività di confezionamento, trasporto e spaccio della droga nelle varie piazze di spaccio ma anche nel procacciare clienti”.
Diversi episodi di estorsione
“Attraverso complesse attività di indagine – ha spiegato ancora il comandante dei carabinieri di Cosenza – abbiamo registrato un’attività di estorsione condotta da un minore coinvolto nell’indagine in concorso con il padre. Gli assuntori dello stupefacente che non pagavano erano oggetti di pesanti minacce per recuperare il credito ma anche di percosse”
In tanti avevano un arma da fuoco. Serviranno approfondimenti
“Ci saranno ulteriori sviluppi investigativi, ma certamente un altro fatto di rilievo è quanto accertato in ordine alla disponibilità di armi da fuoco per molti dei soggetti monitorati. Questo sicuramente sarà il tratto che dovremo ulteriormente approfondire perché abbiamo sequestrato pistole con matricole abrase e un fucile con munizionamento. E’ evidente che questi sono dei punti ulteriori che dobbiamo vagliare e cercare di capire l’eventuale collegamento con le organizzazioni criminali”.
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