Riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del delitto, Carretta fu condannato alla detenzione in un carcere psichiatrico giudiziario. In regime di semilibertà dal 2004 era tornato in libertà completa nel 2015.
Il colpo di scena con la trasmissione Chi l’ha Visto?
Il programma televisivo della Rai Chi l’ha visto? ebbe un ruolo non indifferente nelle indagini e nella risoluzione del caso: fu infatti grazie a una segnalazione da esso rilanciata alle forze dell’ordine che il veicolo della famiglia fu ritrovato a tre mesi dalla scomparsa dei suoi membri e fu a un giornalista di tale trasmissione che, nel 1998, Ferdinando Carretta rilasciò la sua dichiarazione di colpevolezza prima ancora di renderla al pubblico ministero
Ferdinando Carretta, nato nel 1962, era figlio di Giuseppe e Marta Chezzi. Suo fratello Nicola (1966-1989) aveva avuto in passato problemi di tossicodipendenza. I litigi con i familiari, anche per motivi banali, erano frequenti. In tale clima familiare maturò la decisione di Ferdinando Carretta di uccidere genitori e fratello e acquistò, allo scopo, una pistola semiautomatica Walther 6.35 in un’armeria di Reggio Emilia.
L’omicidio. il despistaggio e la fuga a Londra
Tre giorni dopo aver compiuto il parricidio, l’8 agosto, falsificando la firma di suo padre incassò un assegno bancario di cinque milioni di lire presso una filiale della Banca del Monte. Fece lo stesso fcon il conto di suo fratello, per la somma di un milione. Infine, allo scopo di far credere a un allontanamento volontario dei genitori, guidò il camper di famiglia a un parcheggio di Milano, dove lo abbandonò, per poi espatriare nel Regno Unito, presso i cui servizi sociali si registrò con il nome anagrafico di «Antonio Ferdinando Carretta».
A Londra, dove viveva, Carretta condusse una vita relativamente anonima, abitando in alloggi economici e svolgendo lavori di basso ordine, alternati alla riscossione dei sussidi di disoccupazione e facendo il pony express.
La confessione davanti le telecamere
In un’intervista con Giuseppe Rinaldi davanti alle telecamere di Chi l’ha visto?, ammise la responsabilità del triplice omicidio di Parma a nove anni dall’accaduto. Ferdinando Carretta venne arrestato e portato in Italia, insieme alla videocassetta dov’era registrata la sua confessione, che fu trasmessa in TV il 30 novembre 1998. Davanti al magistrato, ripeté la confessione fatta in diretta TV, cambiando solo il giorno dell’omicidio, dal 2 al 4 agosto. Il GIP Vittorio Zanichelli, che raccolse la sua confessione, riferì che Carretta “non vedeva l’ora di confessare”.