MILANO – Risvolti per l’insegnante accoltellata ad Abbiategrasso da uno studente di 16 anni. Questa mattina è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti del minorenne.
Il giovane è accusato di aver ferito con un coltello la propria insegnante il 29 maggio scorso all’interno dell’istituto Emilio Alessandrini. Il legale dello studente si è detto “stupito” per la misura cautelare in carcere. “Credevamo in una misura restrittiva ma di tipo sanitario”, ha dichiarato a LaPresse.
I reati contestati dalla Procura per i minorenni di Milano sono tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e detenzione di armi finalizzata alla commissione del reato di tentato omicidio. Il ragazzo, dal giorno dell’aggressione compiuta, si trovava piantonato dai carabinieri nel reparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Paolo, dove gli hanno anche medicato le ferite superficiali all’avambraccio. Lo studente aveva ammesso subito la propria responsabilità, non riuscendo a fornire una giustificazione per il gesto compiuto, e non ha formulato alcuna riflessione critica rispetto alla gravità dei propri agiti.
Insegnante accoltellata con una lama di 20 cm
Ferite che si è inferto con la stessa lama lunga 20 centimetri con cui si è scagliato contro la docente 51enne Elisabetta Condò. La prof era stata aggredita alle spalle con il pugnale che il ragazzo aveva portato a scuola nascosto nello zaino. Lo studente aveva poi minacciato i compagni di classe facendoli allontanare con una pistola giocattolo.
La donna era stata colpita al braccio e alla testa. Ricoverata in ospedale ha subito un intervento ricostruttivo durato 6 ore. Il suo decorso è giudicato buono. La prognosi è di 35 giorni.
I medici hanno parlato di un disturbo paranoide che avrebbe scatenato l’aggressione contro la professoressa. All’esito dell’udienza il giudice per le indagini preliminari ha disposto nei confronti dell’indagato la misura della custodia cautelare in carcere.
La procura “episodio isolato, basta clamore mediatico”
“La vicenda ha destato, comprensibilmente, un notevole clamore mediatico, oltre che un naturale allarme sociale essendo avvenuta all’interno di un istituto scolastico, da parte di un adolescente che non aveva mai manifestato segnali particolari di aggressività” si legge ancora nella nota della procura, a firma del procuratore Ciro Cascione
“L’auspicio è che il clamore mediatico rientri nel canale del fisiologico e doveroso diritto di cronaca, onde evitare una sovraesposizione delle parti coinvolte, a cominciare dal giovane indagato, ma soprattutto degli altri studenti, già molto scossi per l’episodio accaduto nella propria scuola. Al di là delle condizioni personali che possano aver determinato il gesto in questione, lo stesso va letto, a parere di questo Ufficio, quale episodio isolato, non sintomatico o tendenziale del disagio e malessere diffuso in alcune fasce della popolazione giovanile e adolescenziale”.