COSENZA – Affitti brevi, in dirittura di arrivo il decreto legge che andrà a regolamentare “senza criminalizzare” (come aveva dichiarato qualche settimana fa la ministra del Turismo Daniela Santanchè all’assemblea di Federalberghi) che effettua locazioni per finalità turistiche ed anche tutte le piattaforme di prenotazione online (su tutte AirBnB) che consentono ai turisti che trovare una locazione per brevi periodi nelle principali mete turistiche italiane e nei centri storici spesso sovraffollati.
“Il sistema va normato perché è un vero e proprio far west ma dobbiamo riflettere sulle specificità della nostra nazione” aveva evidenziato la ministra del Turismo Santanché. “Penso ad esempio ai piccoli borghi. In Italia sono oltre 5600 e lì di strutture alberghiere non ce ne sono, quindi sono importanti gli affitti brevi”.
“Inoltre – ha spiegato ancora la Ministra “è evidente che chi affitta una stanza della propria casa o ha avuto un appartamento in eredità e magari lo fa per arrotondare e arrivare a fine mese è un conto, rispetto a chi ha venti appartamenti e ne fa una professione”.
Entro i primi di giugno sarà presentata la proposta di legge che andrà a tutelare i centri storici delle città d’arte fino all’eventuale rimozione dell’annuncio, a patto che le nuove misure siano proporzionate e non risultino punitive nei confronti di chi affitta, ad esempio, la casa di famiglia, soprattutto in un momento di crisi economica. Il testo, in dirittura di arrivo, accoglie anche anche richieste degli albergatori ed in parte quelle delle organizzazioni del settore, come ad esempio Confedilizia, che chiedono di “sistemare le regole attualmente in vigore“.
Le nuove norme sugli affitti brevi: lotta agli abusivi
Nel disegno di legge sarà previsto che nei centri storici delle grandi città e nei Comuni con più visitatori le case non potranno essere affittate per una sola notte, a meno che gli affittuari non sia un interno nucleo familiare composto da almeno un genitore e tre figli. Tutti gli altri dovranno utilizzare gli alberghi. La norme riguarda solo i Comuni ad alta densità turistica.
Multe e chiusure per chi non avrà un codice
Previste multe fino a 5mila euro per chi non ha un codice identificativo nazionale (CIN) che sarà assegnato dal ministero del Turismo agli immobili ad uso abitativo che avranno finalità la locazione turistica e che dovranno essere esporre sui portali come Booking e Airbnb e all’ingresso della casa. Sarà obbligatorio anche per le OTA (Online Travel Agency). Nel decreto potrebbe essere riconosciuto in modo ufficiale anche la figura del property manager rendendo obbligatoria l’apertura di un codice specifico per la categoria.