Concorsi truccati dalla polizia all’avvocatura, correzioni e parentele ambigue

Inchiesta sulle anomalie nei concorsi pubblici e negli esami di Stato per l’abilitazione alla professione.

 

ROMA – Concorsi pubblici ed esami di Stato. Regna lo scetticismo tra i partecipanti alle selezioni. Il presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie Antonio Giangrande ha redatto un report in cui parla delle anomalie nelle selezioni dei candidati. “Il metodo di correzione – denuncia Giangrande raccogliendo le lamentele di centinaia di migliaia di candidati estromessi di tutta Italia – è sempre lo stesso: si dichiarano corretti i compiti che non sono stati nemmeno visionati. Per attestare ciò detto non si abbisogna di microfoni o micro spie nelle segrete stanze delle commissioni e dei “Compari”. Basta verificare i tempi di correzione se siano sufficienti, controllare le prove per vedere come sono state corrette e confrontarle quelle ritenute idonee. I Tar di tutta Italia chiamati in causa hanno individuato numerose nefandezze commesse”.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI MAGISTRATURA

 

E’ da scuola l’esempio della correzione dei compiti in magistratura, così come dimostrato, primo tra tutti gli altri da un avvocato astigiano bocciato. Elaborati non visionati, ma dichiarati corretti. Pierpaolo Berardi, classe 1964, – spiega Giangrande – per anni ha battagliato per far annullare il concorso per magistrati svolto nel maggio 1992. Secondo Berardi, infatti, in base ai verbali dei commissari, più di metà dei compiti vennero corretti in 3 minuti di media (comprendendo “apertura della busta, verbalizzazione e richiesta chiarimenti”) e quindi non “furono mai esaminati”. I giudici del Tar gli hanno dato ragione nel 1996 e nel 2000. Il Consiglio Superiore della Magistratura, nel 2008, è stato costretto ad ammettere: ‘Ci fu una vera e propria mancanza di valutazione da parte della commissione’. Giudizio che vale anche per gli altri esaminati. Luigi de Magistris, da giovane pm si occupò del concorso di abilitazione forense a Catanzaro: tutti i compiti identici e tutti abilitati. Al Tg1 Rai delle 20.00 del 1 agosto 2010 il conduttore aprì un servizio parlando di un esame di accesso in Magistratura, dichiarati idonei temi pieni zeppi di errori di ortografia. La denuncia è stata fatta da 60 candidati bocciati al concorso 2008, che hanno spulciato i compiti degli idonei e hanno presentato ricorso al TAR per manifesta parzialità dei commissari con abuso del pubblico ufficio. Risultato: questi magistrati, nel frattempo, esercitano la professione”.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI AVVOCATURA

 

A denunciare le anomalie è stato lo stesso presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie Giangrande respinto per ben 17 volte all’ammissione. L’esempio della correzione dei compiti in avvocatura. Elaborati non visionati, ma dichiarati corretti. Ha scritto dei saggi in base alla sua esperienza. Ha pubblicato dei video per chi non vuol leggere. Per questo gli hanno inibito la professione di avvocato e, addirittura, processato per aver denunciato e scritto cose che tutti sanno. Potevano bastare questi esempi per dimostrare l’illibatezza dei nostri tutori della legalità? Certo che no”.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI GUARDIA DI FINANZA

 

“Lo dice il maresciallo capo della Finanza Antonio Izzo ai genitori di un aspirante finanziere, mentre davanti a un caffè illustra la proposta indecente: 1.500 euro in cambio del superamento dei test attitudinali per il figlio. ‘Signora, questa è una cosa normale. Voi pensate che non ci siano persone corrotte? Qui tutto il sistema è corrotto’.  Vincenzo Iurillo, Il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2015. “‘Non si entra in Guardia di Finanza se non per queste vie’. È la frase che il maresciallo della Guardia di Finanza Bruno Corosu ha pronunciato”. Il Corriere del Mezzogiorno, 24 marzo 2015. “Un finanziere romano e alcuni aspiranti marescialli avevano in casa copia dei test a risposta multipla del concorso svolto a Bari nell’aprile scorso. Lo hanno scoperto i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari durante le perquisizioni disposte dalla magistratura barese nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari dove si ipotizzano i reati di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio nei confronti di sette persone, tra finanzieri in servizio e ex militari, tutti romani, e partecipanti al concorso per 297 posti da allievo maresciallo nella Guardia di finanza”. La Gazzetta del Mezzogiorno, 2 dicembre 2013.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI POLIZIA PENITENZIARIA

“Tutto per un posto in carcere. Anche, magari, rischiando il carcere stesso. 88 persone tra gli undicimila uomini e le duemila donne partecipanti al concorso per agenti della polizia penitenziaria, tenutosi a Roma tra il 20 e il 22 aprile, sono state indagate e denunciate a piede libero: le operazioni di controllo effettuate dalla task force di vigilanza tra i banchi della Nuova Fiera di Roma hanno infatti portato a scoprire materiale con cui i presunti furbetti cercavano di passare il test a pieni voti”. Michela Allegri, Il Messaggero, 26 aprile 2016.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI POLIZIA DI STATO

“I candidati non idonei alla prova scritta del concorso per 1.400 posti da Vice Ispettore – scrive in una nota il Sindacato Autonomo Polizia il 21 marzo 2016 – devono avere delle risposte. Tanti dei loro elaborati risultano non essere inferiori di altri che hanno superato l’esame. E’ quanto emerge con chiarezza dalla lettera inviata al Capo della Polizia Alessandro Pansa e per conoscenza al Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Secondo il SAP non è accettabile che i numerosi colleghi risultati non idonei alla prova scritta del concorso siano così bistrattati anche quando, dopo il difficilissimo accesso agli atti, hanno scoperto le carte e le hanno messe sul tavolo. Documenti che sono stati analizzati dallo stesso Sindacato, il quale condivide quanto è stato rappresentato da molti degli esclusi. Non c’è mai stata una manifestazione di dissenso così forte. Basti pensare che è stata costituita anche un’associazione chiamata “Tutela e Trasparenza” con l’obiettivo di tutelare i colleghi esclusi ingiustamente dalla prova scritta. La stessa associazione ha ricordato che la pubblica amministrazione deve assicurare il rispetto dei principi costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità, senza dimenticare il principio di trasparenza che deve valere anche per gli appartenenti alla Polizia di Stato. Il SAP auspica che l’Amministrazione riveda i temi giudicati non idonei e rivaluti quelli che effettivamente risultano meritevoli di consentire l’accesso alle prove orali. Da ultimo, e forse la cosa più importante, l’Amministrazione deve valutare un allargamento dei posti previsti dall’attuale bando, che avrebbe costi esigui e non paragonabili con quelli abnormi che si dovranno affrontare con il concorso esterno”.

 

Il Presidente dell’associazione “Tutela & Trasparenza” Walter Massimiliani in un incontro pubblico ha mostrato alcuni dei numerosi elaborati che sono stati analizzati e per i quali come affermato dallo stesso: “sono state rilevate evidenti criticità sotto vari punti di vista, in particolare: presenza di elaborati con segni o frasi non inerenti lo svolgimento della traccia; elaborati con ampi passi identici a testi o link presenti sulla rete; elaborati con contenuti palesemente inadatti e scarsi dal punto di vista sintattico grammaticale e/o di concetti giuridici. In più la fase di correzione e di valutazione degli elaborati sembrerebbe illogica ed illegittima”. “Nel mese di giugno 2014 – ricorda il presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie Antonio Giangrande – si è svolta una prova preselettiva articolata con 80 quiz a risposta multipla cui hanno partecipato 22mila candidati ed alla quale sono risultati idonei 7032 candidati. Nel mese di gennaio 2015 si è svolta una prova scritta consistente nella stesura di un elaborato di diritto penale, conclusa da 6355 candidati ed alla quale sono risultati idonei 2127 candidati che hanno riportato una votazione superiore a 35/50.

 

 Il 17 dicembre 2015, a distanza di 11 mesi dalla prova scritta, è stata diffusa una lista degli idonei che sin da subito a suscitato forti dubbi di correttezza per la distribuzione dei voti. Infatti – continua Giangrande – oltre 2/3 degli idonei (più di 1400) hanno superato la prova con il voto di 35/50; nessun candidato ha conseguito 34/50 e solo in 73 hanno conseguito la sufficienza compresa tra 30/50 e 33/50. Inoltre una gran parte dei candidati sono stati valutati non idonei con il voto di 25/50 e 28/50. Si evidenzia che l’associazione “Tutela & Trasparenza”, ha effettuato un accesso agli atti straordinario e storico richiedendo ed ottenendo tutti i 2127 elaborati dei candidati idonei e tutti gli atti. L’analisi di tale materiale effettuata con una task force di colleghi poliziotti che in dieci giorni ha controllato tutti gli elaborati, ha permesso di scoprire delle considerevoli anomalie, in particolare: numerosissimi elaborati con palesi errori sintattico grammaticali diffusi; numerosissimi elaborati con palesi errori concettuali grossolani e confusione su elementi basilari di diritto penale tali da stravolgerne completamente le basi; numerosi elaborati singolarmente identici a libri di testo e/o da documenti rinvenuti sulla rete internet; alcuni elaborati con segni o con messaggi di testo rivolti alla commissione come: si ringrazia per l’attenzione, nota per il funzionario che corregge, scusate per la calligrafia e grazie. Sono stati quindi presentati circa 400 ricorsi al TAR, circa 50 al Presidente della Repubblica e circa 150 istanze di ricorrezione al Dipartimento di Polizia di Stato”.

 

SOSPETTI CONCORSI TRUCCATI NEL CORPO FORESTALE

“I figli di dirigenti e comandanti alla corte di papà. Bravi. Anzi, bravissimi. Ma non c’erano dubbi, visto che spesso la sapienza passa di padre in figlio. E così, da una parte il caso, dall’altro le conoscenze e le tante doti è accaduto che tra i 500 vincitori al concorso allievi per il Corpo forestale, molti tra questi sono figli di comandanti, dirigenti, uomini di stretta vicinanza del capo del Corpo, Cesare Patrone. Il fato, infatti, – puntualizza Giangrande nel suo report – è stato così generoso nei loro confronti, che molti di costoro sono stati, addirittura, assegnati nelle stazioni dove comandano i loro papà. Tra le camicie verdi del Corpo Forestale i capisaldi sembrano tre: l’ambiente e il soccorso, il rispetto della legge ma anche la famiglia. Non a caso, infatti, a capo del Corpo è finito Cesare Patrone, figlio dell’ex geometra della Forestale, Michele. Al suo fianco ci sono anche il fratello Amato (sovrintendente), la moglie di quest’ultimo Serena Pandolfini (sovrintendente), Domenico, zio del capo ma ora in quiescenza, dalla fulgida carriera e la figlia di quest’ultimo Rosa, primo dirigente del Corpo, la quale classificatasi quarta al concorso da primo dirigente (i posti erano tre) si è vista riconoscere dall’amministrazione il ruolo con oltre 200mila euro di risarcimento.

 

Destano sorpresa anche i risultati del concorso per 182 posti da vice ispettore. Dopo la prova scritta – spiega il presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie – tra i primi posti a piazzarsi ci sono i più stretti collaboratori del capo del Corpo. Uomini certamente brillanti e qualificati come il suo autista Domenico Zilli (voto 30 su 30), Marco Giurissich della segreteria (30/30), Amato Patrone, fratello del capo (30/30), Noemi La Motta, segretaria del capo (29,5/30), Serena Pandolfini, la cognata di Patrone (29,5/30), Claudio Bernardini, segreteria della cugina del capo del corpo (29/30), Cristiano De Michelis, assistente del capo (29/30), Quintilia Pomponi, segreteria della cugina del capo (29/30), Vania La Motta, sorella di Noemi, cognata di Zilli l’autista del capo. Tanta conoscenza e bravura, nelle prove scritte, ha stupito il parlamentare del Pdl, Marco Zacchera che in un’interrogazione spiega «che dall’esame dei 50 concorrenti che hanno superato il punteggio di 28/30 appaiono alcune anomalie, ovvero che ben 32 di essi hanno sede di lavoro a Roma, molti negli uffici dell’ispettorato generale, mentre altri 8 hanno sede di lavoro in Calabria e solo 10 nel resto d’Italia», e quindi chiede «di accertare se i testi dei quiz siano stati resi pubblici a nicchie» e se non si ritenga di «dover sospendere il concorso». Niente da fare, ovviamente”.

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