COSENZA – Una volta erano le piazze, ora l’affollamento è sui social. Cambiano le abitudini, cambia il linguaggio e cambiano le generazioni. E anche la politica si adegua.
Ormai da anni, da quando l’utilizzo dei social, ha preso, prepotentemente il sopravvento sulle nostre vite, anche i comizi sono cambiati. Sono lontani i tempi in cui, l’arrivo dei politici, nelle città, significava la paralisi delle strade e l’invasione delle piazze. Lo sventolio di bandiere, l’intonazione di slogan, i cori da stadio, sono, in qualche modo, passati di moda. Ora quasi tutto si fa sui social, efficienti strumenti di comunicazione, capaci di attrarre il maggior numero di utenti. Facebook o twitter, a seconda dei gusti, poco cambia. In questi giorni, in cui la campagna elettorale sta per entrare nel vivo per l’appuntamento con le urne del 24 e 25 febbraio, l’esercito di candidati, aspiranti, chi tra concrete possibilità di vittoria, chi tra speranze di farcela, chi animato dal puro spirito decoubertiniano, segnala programmi, posta pensieri e cinguetta pillole del “fare”. Basta dare uno sguardo veloce alle bacheche. Su molte sono spariti pensieri filosofici, messaggi d’amore e foto tappezzate e sono comparsi i manifesti pubblicitari, i link che ti rimandano ad una pagina da condividere o da assaltare di “mi piace”. Sarà lo strumento più efficace per “attrarre” consensi? Gli esperti del settore dicono di sì. «L’utente – spiega una nota web marketing cosentina – è decisamente molto più coinvolto. La comunicazione sui social, permette di veicolare ogni tipo di commento, salvo quelli che, per eccesso di “diffamazione”, verranno bannati. L’elettore di questo o di quello schieramento politico, partecipoa più attivamente alla campagna elettorale, interagisce in maniera molto più immediata con i candidati e può anche diventare un tesoro di risorse da cui attingere, in termini di idee, di programmi o di pensieri da postare, al fine di determinare la crescita o la decrescita del consenso». Ovviamente, anche se sono una sparuta minoranza, in corsa per un parere ci sono anche gli aderenti al partito dei non social. «Meglio la piazza, meglio guardare il candidato negli occhi e sentire dalla voce se e come “ruggisce” programmi e idee politiche. L’atmosfera delle piazza è unica». Al di là dei gusti, buona campagna elettorale a tutti.