ROMA – Anche l’agricoltura inizia a fare i conti con l’ondata di freddo polare che in queste ora sta investendo la nostra penisola. Ad affermarlo è la Cia-
Confederazione italiana agricoltori, spiegando che neve e gelo costano caro al settore primario: aumentano le spese per il riscaldamento di serre e stalle; le produzioni orticole in campo aperto vanno in ‘tilt’ con il pericolo di congelamento e blocco della crescita e, al di sotto dei -2 gradi di temperatura media giornaliera, cala fino al 20 per cento la resa produttiva degli animali da latte. Ciò che però spaventa ancora di più, è la viabilità. Il maltempo infatti ha creato rallentamenti non indifferenti ai trasporti legati alle attività commerciali. Quindi la distribuzione dei prodotti, soprattutto quelli freschi, e l’approvvigionamento di mangimi e concimi. I primi rallentamenti e blocchi della rete stradale torna l’incubo di una paralisi della circolazione, che avrebbe effetti diretti sulle campagne, visto che in Italia 9 prodotti agroalimentari su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola. Un problema che riguarda prima di tutto le aziende situate in aree interne e di montagna, dove gli agricoltori, infatti, sono gia’ in azione con i loro mezzi per liberare strade ed evitare il rischio “isolamento”.