ROMA – Una delle limitazioni che il Covid ha determinato è stata quella per cui, all’entrata e uscita dalle chiese, i fedeli non trovavano l’acqua benedetta nell’acquasantiera. Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia, si allentano anche nelle chiese italiane le restrizioni anti-contagio da Covid. Oltre alle acquasantiere nuovamente fruibili, i fedeli potranno tornare a stringersi la mano scambiandosi il “segno di pace”
Sarà possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere, e – fa sapere la Cei – si potrà ripristinare la consueta forma di scambio del segno della pace”. Questi sono però alcuni dei “consigli e suggerimenti” relativi alle misure di prevenzione della pandemia contenuti in una lettera inviata ieri dalla Presidenza della Cei ai vescovi italiani.
Non partecipare alle celebrazioni se si è positivi o con sintomi influenzali
Tra le raccomandazioni, comunque, che “non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2″, mentre “si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l’opportunità di raccomandare l’uso della mascherina”. La lettera della Presidenza della Cei premette che “la normativa di prevenzione dalla pandemia da Covid-19 non è stata oggetto di interventi recenti del Governo“. Sembra, tuttavia, “opportuno continuare a condividere” alcuni consigli e suggerimenti” tra cui l’igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto.
Igienizzare le mani
Inoltre “è possibile svolgere le processioni offertoriali“; “non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni” e “si consiglia ai Ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione“, e “nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti”. Il libero margine di azione da parte delle singole diocesi è salvaguardato dal fatto che, “tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli Vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari“, conclude la lettera.
Le misure che avevano determinato uno stravolgimento della modalità di celebrazione sono iniziate a marzo del 2020 e vennero stabilite dalla Conferenza episcopale italiana per affrontare la pandemia, in sintonia con le decisioni adottate dal governo nazionale. Tra quelle più drastiche lo stop delle messe aperte al popolo su tutto il territorio italiano. I nuovi “consigli e suggerimenti” ampliano quelli risalenti allo scorso giugno, tra i quali non erano presenti l’assenza dell’obbligo del distanziamento fra i fedeli e soprattutto il ritorno dello scambio della pace.