ROMA – “Giorgia tolga le mani da Rino Gaetano”. A rivolgersi in questi termini a Giorgia Meloni è Alessandro Gaetano, nipote ed erede dell’artista. A risultato consolidato, Meloni aveva festeggiato il trionfo cantando A mano a mano, brano scritto nel ’78 da Riccardo Cocciante e Marco Luberti, ma portato la successo nella versione del cantautore morto in un incidente stradale nel 1981. Anche la colonna sonora scelta per la notte dello spoglio è stata la musica di Rino Gaetano.
“È un continuo – sbotta Alessandro Gaetano confessa a Repubblica – Non se ne può più. Anna, la sorella di Rino, ed io abbiamo detto centinaia di volte che non gradiamo questo tipo di iniziative: Rino è di tutti, e la politica non deve appropriarsene”. Il problema è generale: “Non è una questione di destra e sinistra. È un problema di uso strumentale dell’amore che la gente ha per questo straordinario artista”.
Alessandro Gaetano non vuole entrare in polemica diretta con Meloni: “Avremmo detto lo stesso se ad appropriarsene fosse stata la sinistra. E questo nonostante Rino fosse di sinistra, iscritto al partito. A lui, in fin dei conti, la cosa che interessava era che dalla politica venisse fuori qualcosa di buono per il popolo. E questo con i politici di oggi non succede, quindi sarebbe carino che la smettessero di usare le sue canzoni”.
La musica ai tempi di Gaetano si schierava, De Gregori, De André, Gaber, ma Gaetano ripeteva: “Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi”. Non condivideva l’idea della canzone come strumento di lotta, l’idea del “cantautore militante”. A differenza di suoi diversi contemporanei, l’artista crotonese non si voleva schierare politicamente, se non privatamente. La sua musica doveva restare libera e per la gente, sotto il cilindro, non trucchi di magia ma festa.
Quando uscì nel ’78, Nuntereggae più nel ’78 (“La canzone più leggera che ho mai fatto”) fece molto discutere: nelle strofe c’erano liste di nomi di personaggi. L’anno dopo, durante un concerto sulla spiaggia di Capocotta (citata anche nel testo della canzone), prima di cantarla affermò: “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale, e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta”.