Gimbe: calano i ricoveri per Covid, preoccupazione su autunno-inverno

La frase "non abbassare la guardia" è diventata quasi retorica ma per il presidente del Gimbe "non mancano preoccupazioni per i prossimi mesi. L'esecutivo in carica non ha, ad oggi, predisposto alcun piano di preparazione"

ROMA – Gli ultimi 7 giorni, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, segnano un calo dei ricoveri per Covid 19 generalizzato: -18% nelle terapie intensive e -17% per i ricoveri in area medica. Dal 31 agosto al 6 settembre oltre ai ricoveri, calano anche i nuovi casi del 17,3%, e i decessi del 22,1%.

Nel nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe pertanto, “il numero dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – si attesta intorno a 124 mila, con una media di 17 mila casi al giorno. Da metà agosto, la curva è in una fase di plateau con lieve andamento discendente negli ultimi giorni”.

Nel dettaglio settimanale

I nuovi contagi da Sars-cov-2 sono stati nella settimana 31 agosto/6 settembre 123.782 rispetto 149.701 della settimana precedente; i ricoveri con sintomi Covid sono stati 4.459 rispetto a 5.427 e le terapie intensive 185 rispetto a 226. Prosegue il calo sul fronte dei decessi: 447 negli ultimi 7 giorni (di cui 66 riferiti a periodi precedenti), con una media di 64 al giorno rispetto agli 82 della settimana precedente. Si registra anche un lieve calo del numero dei tamponi totali (-1,2%): da 1.024.798 del 24-30 agosto a 1.012.676 del 31 agosto -6 settembre.

In tutte le regioni si registra un calo percentuale dei nuovi casi (dal -8,8% della Provincia Autonoma di Trento al -34,2% della Calabria). Rispetto alla settimana precedente, in 104 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1% di Cremona al -38,3% di Crotone), mentre solo tre, segnano un incremento: Forlì-Cesena (+7,4%), Ravenna (+7,2%) e Belluno (+2,4%). L’incidenza rimane sotto i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province: dai 90 casi per 100.000 abitanti di Barletta-Andria-Trani ai 409 di Crotone.

Preoccupazione per i prossimi mesi

“In contrasto con le raccomandazioni degli organismi internazionali di sanità pubblica – spiega Nino Cartabellotta – l’esecutivo in carica non ha, ad oggi, predisposto alcun piano di preparazione per il prossimo autunno-inverno. Peraltro, il monitoraggio sulle proposte dei partiti relative alla sanità documenta che la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali. Il rischio è di trovarsi, per l’ennesima volta, in piena stagione autunnale ad inseguire il virus, compromettendo la salute dei più fragili e generando ritardi nell’assistenza sanitaria ordinaria”.

Scuola e vaccini

Finora, nella fascia 5-11 anni, solo 1.404.090 bambini hanno ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid (di cui 1.283.760 hanno completato il ciclo), con un tasso di copertura nazionale del 38,4%, che varia dal 21% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia. Ma nell’ultima settimana le somministrazioni in questa fascia di età vedono un incremento di oltre il 13%.

La Fondazione Gimbe fa il punto anche in vista della prossima riapertura delle scuole. Nella settimana 31 agosto al 6 settembre rimangono stabili i nuovi vaccinati: 2.166 rispetto ai 2.261 della settimana precedente. Di questi il 47% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: sono stati 1.019, con un incremento del 13,3% rispetto alla settimana precedente. In base ai dati aggiornati alle ore 6 del 7 settembre 2022, sono 6,8 milioni, invece, in Italia, i non vaccinati, di cui 1,2 milioni di guariti e quindi protetti solo temporaneamente.

E’ ferma la percentuale di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid, pari all’88% della platea, e di chi ha completato il ciclo vaccinale 86,7% della platea. Ben 7,6 milioni di persone, infine, non hanno ancora ricevuto la terza dose, il cui tasso di copertura nazionale è dell’84,1% e va dal 78,3% della Sicilia all’88% della Lombardia.

Quarta dose fragili e over 60

Sono oltre 17,1 milioni le persone over 60 o fragili candidate a ricevere la quarta dose di vaccino contro il Covid. Finora ne sono state somministrate solo 2.323.500, quindi 15 milioni di persone in Italia devono ancora farla. E, di queste, circa 13 milioni possono farla subito, perché guariti o vaccinati da oltre 120 giorni.  La Fondazione Gimbe, raccomanda di prenotarla subito, mentre “attendere un vaccino aggiornato è rischioso”. Anche perché con il vaccino adattato per la variante Omicron BA.1 appena autorizzato anche in Italia, il beneficio aggiuntivo è “marginale”.

In base alla platea ufficiale, la copertura nazionale per le quarte dosi è del 17,7%, ma con nette differenze regionali: dal 6,6% della Provincia Autonoma di Bolzano al 33,7% del Piemonte. Inoltre, le quarte dosi (o secondo booster) sono in calo nell’ultima settimana: dal 31 agosto al 6 settembre vedono una media di 10.656 somministrazioni al giorno, rispetto alle 12.652 della settimana precedente, pari a -15,8%.

Gli italiani aspettano i vaccini aggiornati?

A condizionare il comportamento degli italiani, probabilmente è l’attesa di poterla fare con dei vaccini aggiornati. I vaccini bivalenti Pfizer e Moderna, aggiornati per la variante Omicron BA.1, che hanno avuto il via libera dall’Agenzia italiana del farmaco, rispetto al vaccino monovalente originale, inducono “una maggiore risposta anticorpale sia nei confronti di Omicron BA.1 che di BA.4 e BA.5, con un profilo di sicurezza sovrapponibile”.

Tuttavia, precisa il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, “considerato che Omicron BA.1 non circola più in Italia e che i vaccini aggiornati a BA.4 e BA.5 sono in dirittura di arrivo il ruolo di questo primo vaccino aggiornato sembra marginale, anche perché non disponiamo di prove di efficacia sull’infezione e, soprattutto, sulla malattia grave. Quello che è davvero importante per over 60 e fragili è fare al più presto la quarta dose con qualunque vaccino disponibile, senza attendere ulteriormente”. Mentre la popolazione generale che deve completare il ciclo primario con la terza dose, conclude Cartabellotta, “può optare per il vaccino ‘tradizionale‘, per quello aggiornato a BA.1, oppure attendere quello sviluppato per BA.4 e BA.5, la cui approvazione da parte dell’Agenzia Europea dei medicinali è prevista per metà settembre”.

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