Vaiolo Scimmie. Circolare Ministero “possibile quarantena, valutare vaccino ai sanitari”

La nuova circolare del ministero della Salute 'Casi di vaiolo delle scimmie con gli aggiornamento sulla situazione epidemiologica e le indicazioni

ROMA – Al 23 maggio 2022, erano stati segnalati 68 casi confermati di vaiolo delle scimmie in otto Stati membri dell’UE/Spazio economico europeo e almeno altri 42 casi sospetti sono in fase di indagine. Non si sono verificati decessi nei recenti casi di infezione. Lo evidenzia la nuova circolare del ministero della Salute ‘Casi di vaiolo delle scimmie. Aggiornamento sulla situazione epidemiologica e indicazioni per la segnalazione, il tracciamento dei contatti e la gestione dei casi’. Sono stati segnalati casi anche al di fuori dell’Europa: il 18 maggio 2022, il Canada ha segnalato due casi confermati e 20 sospetti, tutti uomini e sottoposti a test di laboratorio; un caso confermato a Boston, negli Stati Uniti, in un uomo adulto con una recente storia di viaggio in Canada e un caso probabile a New York. Il 19 maggio 2022, l’Australia ha segnalato due casi confermati. Il 20 maggio 2022, Israele ha segnalato un caso confermato e altri casi sospetti. Il 22 maggio la Svizzera ha segnalato un caso confermato con storia di viaggio in Europa.

Vaccinazione sanitari e quarantene

La vaccinazione post-esposizione contro il Vaiolo delle scimmie “idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici. La vaccinazione post-esposizione contro il Vaiolo delle scimmie “idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici. In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie“.

Per le cure la circolare evidenzia che andranno usati “antivirali specifici contro il vaiolo delle scimmie da destinare a chi ha sintomi gravi nell’ambito di protocolli sperimentali e vaccinazione post esposizione per i contatti a rischio più elevato. L’adozione di contromisure di tipo medico-farmacologico contro il vaiolo delle scimmie, si legge “inclusi specifici antivirali, può essere presa in considerazione nell’ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse”. La vaccinazione post-esposizione, “idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione – indica la circolare – per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”.

Stop donazione sangue contatti asintomatici

I contatti asintomatici “non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza“. La circolare specifica che i contatti “devono essere monitorati almeno quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia. Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di caso Mpx “devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni. Il tracciamento dei contatti, si sottolinea inoltre, “permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette inoltre di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave”. Nella ricerca dei contatti, si precisa, “vanno considerati diversi contesti, tra cui famiglia, posto di lavoro, scuola/asilo nido, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi altra interazione ricordata. Gli elenchi delle presenze, le liste passeggeri, ecc. possono essere ulteriormente utilizzati per identificare i contatti”.

 

Alto rischio di trasmissione da rapporti sessuali

Data la possibile trasmissione inter-umana del vaiolo delle scimmie (Mpx) “anche in assenza di viaggi in zone endemiche, si considera che la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso un contatto stretto, ad esempio durante le attività sessuali, è considerata alta. La probabilità di trasmissione tra individui senza contatto stretto è considerata bassa” evidenzia la nuova circolare del ministero della Salute ‘ nella quale si sottolinea che “nell’attuale focolaio di Mpx umano, la natura delle lesioni presenti in alcuni casi suggerisce che la trasmissione sia avvenuta durante i rapporti sessuali. La trasmissione attraverso il contatto con la pelle intatta è meno probabile, ma non può essere esclusa“. La trasmissione interumana, ricorda la circolare, “avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia e attraverso fomiti. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati come fomiti o indumenti”.

Possibile trasmissione da uomo a pet

“Attualmente, si conosce poco sull’idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell’uomo, e la trasmissione dall’uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile. Un tale evento di spill-over – si sottolinea nella circolare – potrebbe in ultima analisi portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica”.

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