Vini piemontesi: trend di vendite positivo per il Barolo

Spicca senza dubbio il Barolo tanto che recentemente una bottiglia del 1999 del famoso vino piemontese è stata battuta all'asta per una cifra record

Secondo gli esperti, nel 2022 il mercato del settore enologico continuerà a registrare numeri interessanti per quello che riguarda i canali di vendita online, andando a confermare la tendenza che nel 2021 che ha visto in crescita l’aumento degli acquisti di vino sul web.

Sia il mercato nazionale che quello internazionale rinnovano l’attestato di stima nei confronti dei vini italiani, come dimostrano sia i numerosi riconoscimenti a livello globale ottenuti dalle cantine nostrane, sia il fermento che caratterizza gli utenti ogniqualvolta nel circuito delle prestigiose aste di vini, compare qualche rara bottiglia di vino d’annata.

In questo campo spicca senza dubbio il Barolo, tanto che recentemente una bottiglia del 1999 del famoso vino piemontese è stata battuta all’asta per una cifra record. Anche per quanto riguarda le vendite al dettaglio, in ogni caso, il Barolo si conferma ai vertici nella classifica di gradimento degli appassionati di vino, rafforzando il suo ruolo di leader nel mercato.

Caratteristiche e storia del Barolo

Il barolo è il celebre vino rosso originario dell’omonimo comune piemontese e viene ricavato dalla spremitura dell’uva Nebbiolo, i cui vigneti crescono rigogliosi sul territorio.

Se la cittadina di Barolo è l’epicentro della produzione, ad essa vanno ad aggiungersi anche le zone immediatamente confinanti: Monforte, La Morra, Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour, Verduno, Roddi, Castiglione Falletto, Novello Diano d’alba e Cherasco sono le località deputate alla messa a punto del barolo, così come stabilito dal rigoroso disciplinare che ne regola la nascita e la lavorazione.

Oltre all’area di produzione, un’altra caratteristica fondamentale contenuta nel disciplinare è quella che certifica l’obbligo di far passare al vino prodotto un periodo di almeno tre anni di affinamento, di cui due devono necessariamente trascorrere all’interno di botti di rovere. Per produrre Barolo nella speciale edizione “riserva”, invece, il vino deve trascorrere almeno cinque anni in affinamento, di cui due all’interno di botti in legno.

È proprio questo dettagliato e disciplinare di produzione che conferisce al vino le sue caratteristiche fondamentali: il colore rosso intenso, definito dagli esperti color granata puro, il profumo aromatico e inebriante e, infine, il sapore pieno e corposo.

Sebbene secondo le regole di lavorazione si possa consumare il Barolo anche dopo tre anni dalla sua messa a punto, gli appassionati consigliano di gustarlo all’apice della sua sintesi organolettica, che viene raggiunta dopo circa dieci, ma a volte anche vent’anni dalla sua produzione.

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