COSENZA – Sono buoni i numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia e ad ora la situazione dei nuovi casi continua a essere stazionaria. “A dieci giorni dalla riapertura delle scuole non si vedano al momento segni di risalita” dei contagi da Covid: lo rileva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook che, pur sottolineando come sia “molto presto per trarre conclusioni, suggerisce un “cauto ottimismo”. In calo anche la curva dei ricoveri in terapia intensiva e quella dei decessi, che però cominciano a mostrare segni di frenata, secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 4.061 in 24 ore: un incremento minimo rispetto ai 3.970 del giorno precedente. Sono stati individuati con 321.554 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 292.872 del giorno prima. Di conseguenza il tasso di positività è pari all’1,3%, rispetto all’1,4% di 24 ore prima. Considerando il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari il tasso di positività è del 3,1%, in calo del 28% rispetto alla settimana precedente, secondo i calcoli del sito Covid Trends. I decessi sono stati 63, contro le 67 del giorno precedente. I dati del ministero della Salute registrano un calo anche nei ricoveri. Sono 505 i pazienti ricoverati nelle terapie intensive, 11 in meno in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite; i nuovi ingressi sono stati 30, contro i 40 del giorno precedente.
Nei reparti ordinari i ricoverati sono complessivamente 3.650, 146 in meno in un giorno. Fra le regioni è ancora la Sicilia a registrare il maggiore incremento quotidiano di casi positivi, con 647; seguono Veneto (445), Lombardia (443), Campania (419), Lazio (372), Emilia Romagna (332) e Toscana (304). Secondo Sebastiani i dati della Sicilia aggiornati al 23 settembre indicano che i ricoveri nei reparti ordinari sono al 15,3% e quelli nelle terapie intensive al 9,3%, anche se martedi’ 21 erano sopra le soglie. “E’ perciò verosimile – rileva – che anche per questa regione, come è stato fatto la settimana scorsa per la Calabria, domani si decida di considerare il trend in discesa di entrambe le curve e di spostare la Sicilia nella zona bianca“.
A sottolineare il calo del 14,9% nei casi nell’ultima settimana è il monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo al periodo 15-21 settembre, che evidenzia anche il calo dei ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensiva. Sostanzialmente stabili i decessi, che in una settimana sono stati 394, dei quali 33 riferiti a periodi precedenti). A fronte di una situazione stabile e tutto sommato positiva, c’è comunque la preoccupazione per la ripresa del nuovo anno scolastico, considerato che, rileva la fondazione Gimbe, “con la variante delta le attuali misure risultano insufficienti a limitare i contagi”. A confermare ulteriormente una situazione di stabilità è il fatto che il Covindex, l’indice confrontabile all’indice di contagio Rt e che viene calcolato sulla base del rapporto tra il numero dei nuovi casi positivi e i tamponi eseguiti, è pari a 0,86, spiega Sestili, indica cioè una fase di decrescita dei contagi, ed è stabile sotto il valore 1 da diverso tempo: questo significa che non ci sono al momento segnali di risalita”. La prima ipotesi sulla stabilità della situazione dell’epidemia, per Sestili, è legata al ruolo dei vaccini: “con una vaccinazione ormai così diffusa e con vaccini che proteggono dai sintomi gravi ma non dal contagio, l’idea è che aumenti enormemente il sommerso: vale a dire – rileva – che in tanti potrebbero avere l’infezione ma, non avendo sintomi, non fanno i tamponi”.