COSENZA – Da Aosta a Ragusa, da Cosenza a Pordenone. Sono un’ottantina le città italiane in cui domani promette di scendere in piazza la galassia di tutte quelle persone che dicono no all’istituzione del green Pass. Una iniziativa lanciata via internet che arriva a quarantotto ore dell’exploit di Torino, dove un “No Paura Day” è arrivato a raccogliere migliaia di persone e a riempire piazza Castello. Cori e fischi quando dal palco viene nominato il generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza e grida “Libertà, libertà”. Risalendo un passo alla volta le catene di Telegram si viene a sapere che la mobilitazione di sabato (l’appuntamento è ovunque alle 17:30) si inserisce, secondo i promotori, in un elenco assai più vasto di manifestazioni chiamato “World wide demonstration“, dal nome di un movimento internazionale che rivendica l’adesione di oltre 180 località sparse in giro per il mondo.
La declinazione italiana cade in coincidenza con l’arrivo del Green Pass, su cui naturalmente si concentrano gli strali degli attivisti: il “passaporto schiavitù”, come viene definito. Ma ci sono anche le solite prese di posizione “contro l’obbligo vaccinale, la truffa Covid, la dittatura”. Più o meno gli stessi concetti che, con altre parole, sono stati espressi giovedì sera a Torino. Il raduno era stato organizzato da un gruppo “apartitico” di cittadini, operativo dallo scorso ottobre, che non nega l’esistenza di una pandemia, ma contesta le politiche dei governi e denuncia le condizioni in cui, fra un lockdown e una restrizione, versano varie categorie di lavoratori. Altre associazioni germogliate negli ultimi mesi hanno aderito e il risultato è stata una manifestazione che è andata oltre le aspettative.
Oggi la sindaca Chiara Appendino è intervenuta per spiegare che “il green pass non è una limitazione di libertà, ma un ampliamento, non una forma di chiusura ma di riapertura che altrimenti non sarebbe possibile. A chi parla di ‘dittatura’ , vorrei dire la scelta che rivendicate, di fatto, ritarda e rende più difficoltoso quel ritorno alla normalità che noi tutti auspichiamo avvenga il prima possibile”. Poi, l’invito: “Vaccinatevi: io l’ho fatto, fatelo anche voi”. La rissa a Torino è stata soltanto verbale ieri sera quando, in un paio di occasioni, dei passanti con la mascherina si sono intrufolati fra i manifestanti. Il tam-tam per l’appuntamento di domani rimbalza in prevalenza su canali Telegram dove si trova un po’ di tutto: dati spaventevoli sugli effetti dei vaccini, vignette contro i ‘Covidioti’, i link verso gli articoli degli odiati “media di regime” affiancati a notizie abbastanza strampalate di testate inesistenti, sfoghi e prese di posizione di semplici cittadini arrabbiati o preoccupati, paginate complottiste, video di virologi e serissimi interventi di avvocati, ormai diventati delle vere e proprie star, che dissertano di Costituzione e di diritti violati.