ROMA – L’ultimo rapporto del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG) in relazione all’epidemia di Covid-19, aggiornato alla settimana 19-25 maggio 2021 evidenzia un ulteriore calo della mortalità legata al Covid 19 in tutta Italia. Il rapporto include i dati di 33 Comuni italiani e confronta il trend settimana per settimana con quello osservato nei 5 anni precedenti, così da osservare le variazioni causate sia dalle infezione di Sars-Cov-2 che da problemi collegati, come i ritardi nelle cure.
Questo ha permesso di evidenziare, dall’inizio della pandemia, tre incrementi di mortalità corrispondenti alla prima ondata epidemica (marzo-maggio 2020), alla seconda ondata (settembre 2020-gennaio 2021) e all’incremento più contenuto della terza ondata (marzo-maggio 2021).
Nelle ultime settimane, però, “il progressivo calo della mortalità riporta i valori osservati in linea con il dato di riferimento, in tutte le classi di età sia al nord che centro-sud”. L’analisi mostra nella prima ondata un eccesso di mortalità complessivo del 33% (con una grande differenza tra comuni del nord +67% e quelli del centro-sud +9%); nella seconda ondata l’incremento è pari a +29% (+34% al nord e +26% al centro-sud); mentre nella terza ondata è pari a +17% (+15% al nord e +19% al centro-sud).
L’eccesso di mortalità è maggiore negli uomini in tutte le fasi epidemiche sia al nord che al centro sud. Mentre è più basso, nella terza ondata tra i più anziani a causa “di un probabile effetto harvesting (anticipo della mortalità di persone più fragili) dovuto alle due ondate precedenti”.
In costante calo i pazienti nelle terapie intensive
La percentuale di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva è scesa ormai al 9% e senza che nessuna regioni superi la soglia di allerta del 30%. Mentre calano all’8% i posti occupati da pazienti Covid in reparto, anche in questo caso con tutte le regioni sotto la soglia d’allerta del 40%. Questi invece, i numeri, relativi al 7 giugno, forniti dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) e basati su una rielaborazione di quelli della Protezione Civile. Si tratta di un nuovo record a ribasso dall’inizio del monitoraggio, ovvero da novembre 2020, e rappresentano un calo, per entrambi i parametri, del 3% rispetto ai dati dello scorso 30 maggio.
I dati sono ancora più significativi se si confrontano con quelli di due mesi fa: il 29 marzo, infatti, le terapie intensive Covid erano al 41% e i ricoveri Covid al 44%. Questo, nel dettaglio, è ora il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) delle varie Regioni e Province autonome:
Abruzzo (4% intensive, 7% reparti ordinari);
Basilicata (0%, 11%);
Calabria (20%, 10%);
Campania (7%, 14%);
Emilia Romagna (9%, 6%);
Friuli Venezia Giulia (1%, 2%);
Lazio (13%, 11%);
Liguria (11%, 5%);
Lombardia (12%, 11%);
Marche (8%, 7%);
Molise (0%, 3%);
PA di Bolzano (1%, 3%);
PA di Trento (7%, 4%);
Piemonte (10%, 8%);
Puglia (6%, 12%);
Sardegna (3%, 7%);
Sicilia (6%, 11%);
Toscana (18%, 6%);
Umbria (4%, 7%);
Valle d’Aosta (0%, 3%);
Veneto (4%, 3%).