Addio all’archeologo Moreno, enorme il contributo sui Bronzi di Riace

Il mondo dell’archeologia e della storia dell’arte antica piange la scomparsa avvenuta stamattina a Roma a 86 anni del grande studioso e divulgatore

 

ROMA – Da Fidia a Prassitele il vecchio fino all’enorme contributo sui Bronzi di Riace. Per il professor Paolo Moreno – diceva anche nelle interviste televisive – la bellezza dell’arte antica ha una trasmissione immediata: “Fa bene, è un messaggio quasi necessario al nostro tempo e la gente lo capisce”.  Proprio sulle meravigliose statue scoperte per caso nelle acque calabresi Moreno concentrò a lungo i suoi studi sintetizzati anche nel saggio I Bronzi di Riace, Il Maestro di Olimpia e i Sette a Tebe (Electa) fino a identificarli come Tideo e Anfiarao.

“I Bronzi sono identificabili come Tideo e Anfiarao, esponenti dei Sette a Tebe, forgiati in Argo, rispettivamente da Agelada II di Argo e da Alcamene I di Lemno, i quali si rivelano a loro volta responsabili della decorazione del tempio di Zeus, soluzione binaria al tenace anonimato del Maestro di Olimpia”.

Nato nel 1934 a Udine, dove ha iniziato gli studi classici al Liceo Ginnasio Statale “Jacopo Stellini”, si laureò in Archeologia cristiana con Adriano Prandi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari. Fu poi allievo di Doro Levi alla Scuola Archeologica Italiana di Atene, di Ranuccio Bianchi Bandinelli e Giovanni Becatti a Roma (Diploma di Perfezionamento, Scuola Nazionale di Archeologia, 1964). E’ stato direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Bari, dove ha promosso la serie Studi sull’antico (1-7, 1975-1985), poi ordinario di Storia dell’arte antica a La Sapienza di Roma.

Dal 1992 al 2008 ha insegnato Archeologia e storia dell’arte greca e romana all’Università Roma Tre, sperimentando la didattica presso musei, monumenti, mostre e laboratori di restauro e programmando all’inizio di ogni anno accademico il Forum di storia dell’arte antica con frequenza mensile per allievi e laureandi. Oltre ad essere redattore dell’Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale (Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani), ha collaborato con analoghe realtà straniere e numerose riviste specialistiche ma soprattutto ha sistematicamente divulgato le proprie scoperte riguardanti celebri monumenti: da Fidia e Prassitele quali autori del gruppo colossale in bronzo di cui sono copia i Dioscuri del Quirinale all’identificazione del Giovane di Mozia col dio punico Melqart dalle tracce del rivestimento bronzeo; dal Satiro danzante di Mazara del Vallo assegnato a Prassitele all’Atleta del Getty Museum come bronzo di Lisippo, insieme all’Eracle da Sulmona e al Pugilatore delle terme; dall’Afrodite cantata da Apollonio Rodio rivelata nella Vittoria alata di Brescia alla denominazione di Cleopatra Capitolina per la presunta Venere dell’Esquilino.

Nel giorno del settantesimo compleanno ha ricevuto il Premio Internazionale Tarquinia Cardarelli per l’attività divulgativa e con la motivazione che gli si deve “un nuovo corso nella storia dell’arte antica”: visione d’insieme degli originali greci continuamente recuperati attraverso scavi e rinvenimenti subacquei, ricomposti da frammenti nei depositi dei musei, talora misconosciuti capolavori rivalutati dalla critica. I funerali si svolgeranno in forma privata.

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