La speranza della Federazione di Confcommercio è che nel decreto Agosto possa essere reinserita l’ipotesi già circolata di un ‘bonus’ anche per gli acquisti di abbigliamento e calzature
MILANO – Estate calda ma consumi freddi: l’effetto Covid sta colpendo anche i saldi e quelli iniziati da poco dovrebbero accusare un calo di incassi di circa 1,4 miliardi alla conclusione della ‘stagione’, che per tutte le Regioni è fissato attorno alla fine di settembre. Una stagione di sconti nei negozi fisici che sarà particolarmente lunga, visto che l’inizio è stato dilazionato di circa un mese per permettere agli esercizi di ampliare il periodo di incassi a prezzi pieni dopo le chiusure per ‘lockdown’. Ma, secondo le stime di Federmoda, non sta andando così bene: i saldi in corso dovrebbero portare a un fatturato complessivo di 2,1 miliardi contro i 3,5 miliardi dell’anno scorso. E i risultati di un sondaggio compiuto in questi giorni sui propri iscritti registra come il 75% stia evidenziando un calo di fatturato in questa prima settimana, con il 51% di questi che segnalano un taglio entro il 30% e l’altra metà una perdita superiore al 30%. La speranza della Federazione di Confcommercio è che nel decreto Agosto possa essere reinserita l’ipotesi già circolata di un ‘bonus’ anche per gli acquisti di abbigliamento e calzature.
Ma la richiesta più pressante è sempre la stessa: che si possa introdurre a breve un credito di imposta per l’evidente svalutazione di valore dei magazzini, visto che le merci stanno accumulandosi per gli operatori in modo consistente. “La speranza è che l’agosto che per molti italiani sarà più nelle città di residenza o comunque nella penisola li porti nei negozi, magari anche per togliersi qualche soddisfazione dopo mesi un po’ ‘compressi'”, afferma Massimo Torti, segretario generale di Federmoda, che ha un elenco dei prodotti più acquistati in questa prima settimana di saldi. La ‘classifica’ di preferenza degli italiani va alle polo e alle t-shirt in questa estate particolarmente calda, seguite dagli abiti da donna, dai bermuda e dalle camice fresche, soprattutto in lino. Ma il problema per i negozi fisici sta soprattutto nell’online che i saldi, sotto forma di diverse promozioni, li ha iniziati prima in modo un po’ deregolamentato e che già ha usufruito di una grande spinta durante le settimane di lockdown.
Se non si è riusciti a entrare nel circuito Internet rischia di diventare dura per chi opera nel settore, visto che le prime stime delle società specializzate vedono un traffico via di acquisti di scarpe e abbigliamento on line in aumento dell’80%. Ma tradizionalmente gli italiani credono nei saldi. Secondo Swg, l’anno scorso sono stati infatti oltre 14 milioni i consumatori ne hanno usufruito, per una spesa media a famiglia di circa 270 euro. Quest’anno è ancora presto per dare numeri di afflusso alla stagione degli sconti e non si può quasi del tutto contare sugli stranieri nelle città e nelle località turistiche della penisola. “Ma dobbiamo essere ottimisti – conclude Torti – e i primi segnali sono che i negozi nelle grandi città stiano rimanendo molto più aperti rispetto all’anno scorso, proprio per sfruttare la stagione di fatto appena iniziata”.