Coronavirus, in Italia altri 793 morti. I contagiati sono 53.578 (+4.821) i guariti 6.072

Non si arresta il contagio, soprattutto al nord, non si arrestano i decessi. Anche oggi si contano più di 700 morti mentre i nuovi contagi sono 4.821 che porta il numero complessivo dei contagiati, comprese vittime e guariti, a 53.578. Crescono anche i guariti che sono +943 da ieri per un totale di 6.072

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COSENZA – Sono salite a 4.825 le vittime del coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 793 unità (546 solo in Lombardia). È il maggior incremento dall’inizio dell’emergenza, ieri l’aumento era stato di 627 morti. Sono complessivamente 42.681 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 4.821 nuovi positivi che porta Il numero totale, comprese vittime e guariti, a 53.578 contagiati.  Questi i numeri letti dal capo della protezione civile Angelo Borrelli nel quotidiano bollettino con tutti i dati forniti dalla regione. Da segnalare anche i 943 nuovi guariti che portano il totale delle persone dimesse 6.072. Del totale delle persone positive e 22.116 si trovano in isolamento domiciliare, 17.708 sono ricoverate negli ospedali italiani con sintomi e 2.857 sono in terapia intensiva (202 in più rispetto a ieri, il 7% del totale dei positivi) e di questi, 1.093 sono in Lombardia.

Borrelli “è corsa contro il tempo. Ok il Sud”

Si sta facendo una corsa contro il tempo e si lavora senza sosta e senza tregua. Al momento i numeri al sud sono fronteggiabili con quanto abbiamo messo in campo – ha detto il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli durante la conferenza stampa alla Protezione civile – bisogna limitare gli spostamenti ma ci sono esigenze che vanno assicurate – ha detto Borrelli – non possiamo garantire la spesa a domicilio per tutti. Sono state previste limitazioni ad attività lavorative non essenziali, ma ci sono una serie di filiere come quelle di alimentari e servizi pubblici essenziali, che devono essere garantite. Quelle in atto sono le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c’è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa e senza alimentari nei supermercati?“.

“Ancora alta circolazione dell’infezione. State a casa”

“Notiamo che più colpita è ancora maggiormente la popolazione maschile e che c’è ancora un tempo mediano tra sintomi e diagnosi di cinque giorni. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Prima intercettiamo e isoliamo le persone con sintomi e meglio è“. L’ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa alla Protezione civile che sui numeri ancora alti del contagio sottolinea che “c’ è un’alta circolazione dell’infezione in alcune zone d’Italia, c’è anche una diffusione in altre zone, ma abbiamo ancora numeri contenuti e le misure restrittive hanno la finalità di fare in modo che non avvenga una diffusione importante come sta avvenendo in alcune zone e ci conforta che altri Paesi stanno adottando misure come le nostre. È tassativo il rispetto delle misure prese dal Governo, è un segnale forte per dire che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo. Ci sono ancora situazioni dove con la scusa di fare due passi si fanno assembramenti. Le scappatoie danneggiano noi stessi e i nostri cari e le persone più fragili sono gli anziani. Servono meccanismi di rispetto sistematico delle misure, senza non saremo in grado di allentare la diffusione del virus.  Abbiamo bloccato le visite nelle strutture per anziani, so che è difficile ma queste persone sono fragile e non possiamo permetterci che il virus entri in queste strutture. Lo dico da scienziato e da figlio da genitori ultraottantenni: state a casa!

 

 

I positivi regione per regione

Sono 17.370 i malati in Lombardia (1.950 in più di ieri)
5.661 in Emilia-Romagna (+572 di ieri)
4.214 in Veneto (+537)
3.506 in Piemonte (+262)
1.997 nelle Marche (+153)
1.905 in Toscana (+192)
1.159 in Liguria (+158)
1.086 nel Lazio (+174)
793 in Campania (+91)
666 in Friuli Venezia Giulia (+111)
790 in Trentino (+120)
600 in provincia di Bolzano (+70)
642 in Puglia (+91)
458 in Sicilia (+79)
494 in Abruzzo (+72)
447 in Umbria (+63)
304 Valle d’Aosta (+47)
321 in Sardegna (+33)
225 Calabria (+24) (QUI I DATI AGGIORNATI)
47 in Molise (+8)
66 in Basilicata (+ 14).

Sul numero delle vittime, rispetto a ieri, se ne registrano in totale: 3.095 in Lombardia (+546), 715 in Emilia-Romagna (+75), 146 in Veneto (+15), 238 in Piemonte (+29), 154 nelle Marche (+17), 72 in Toscana (+25), 152 in Liguria (+33), 22 in Campania (+5), 50 Lazio (+7), 42 in Friuli Venezia Giulia (+4), 29 in Puglia (+3), 20 in provincia di Bolzano (+3), 6 in Sicilia (+2), 22 in Abruzzo (+5), 10 in Umbria (+3), 8 in Valle d’Aosta (+1), 28 in Trentino (+15), 5 in Calabria (+1), 4 in Sardegna (+2), 7 in Molise (+2). I tamponi complessivi sono 233.222, dei quali oltre 144 mila in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

 

Lombardia al collasso. 243 sindaci bergamaschi ‘fermiamo tutto’

Numeri che non accennano a diminuire in Lombardia, la regione più martoriata dall’epidemia, dove i pazienti positivi sono saliti a 25.515, con in incremento rispetto a ieri di 3.251 persone in più. I ricoverati sono 8.258, con un aumento di 523, a cui vanno aggiunte 1.093 persone ricoverate in terapia intensiva, con spazi sempre meno capienti, mentre sono 3.095 i decessi totali, con 546 in più rispetto a ieri. “È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi”: è l’appello firmato dai 243 sindaci dei Comuni Bergamaschi, a partire dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori, inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore lombardo Attilio Fontana. “Al momento – spiegano – riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine“. Anche i vigili del fuoco potranno essere chiamati dai prefetti per il trasporto urgente di farmaci o altri materiali sanitari. Lo scrive Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in una direttiva inviata oggi a tutti i prefetti. Sempre nell’ambito di modalità di impiego diverse da quelle istituzionali, inoltre, i vigili del fuoco potranno anche esser impiegati per l’igienizzazione di locali pubblici o aree esterne, assistenza al montaggio di materiale logistico della protezione civile, anche a supporto delle strutture ospedaliere, per il supporto alla gestione comunale di persone senza fissa dimora.

I rientri dal nord non sono una bomba

Alcuni studenti rientrati in Puglia dal nord Italia hanno contagiato i propri familiari, ma la situazione appare sotto controllo. Lo conferma all’ANSA il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa scelto dal governatore pugliese, Michele Emiliano, per guidare la task force scientifica della Regione Puglia per l’emergenza coronavirus. “Abbiamo avuto qualche segnale, ad esempio qualche studente rientrato in Puglia dal nord Italia che ha contagiato i propri genitori, però non è una bomba. Da un punto di vista sanitario – aggiunge – preoccupa di più la situazione negli ospedali che il rientro di 23mila persone“. Per quanto riguarda la situazione in Puglia “al momento – rileva -, facendo tutti gli scongiuri del caso, l’andamento dei casi di contagio è più lento di quello di una crescita esponenziale, ormai abbiamo dati consolidati.Quindi, senza essere troppo ottimisti, possiamo certamente dire che, per ora, la crescita è decisamente più rallentata anche rispetto alle nostre previsioni”.

 

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