Coronavirus, in vigore la “zona protetta” in Italia. Ecco tutte le misure e i divieti fino al 3 aprile

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm con le nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale. Il provvedimento estende a tutta Italia le misure già in vigore da domenica nelle zone Rosse ed inoltre vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico e tutti gli eventi e le manifestazioni sportive

 

COSENZA –  Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm (Qui il testo) che estende a tutta l’Italia le limitazioni agli spostamenti previste inizialmente per la Lombardia e 14 province per contrastare il diffondersi del contagio da Coronavirus. Il nuovo decreto prevede che non ci sarà più una zona rossa, ma ci sarà tutta l’Italia ‘zona protetta’ con misure più stringenti che tutti i cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata del coronavirus che ieri ha fatto registrare un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri 97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più. “Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini – ha detto Conte – ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito”. Il decreto del Governo è composto da due soli articoli che estende a tutto il Paese le misure contro il Coronavirus inizialmente previste per la zona “arancione” del nord Italia. Il testo, in vigore dal 10 marzo al 3 aprile, rinvia alle disposizioni previste per le regioni del Nord, dalle limitazioni ai movimenti, ai bar e ristoranti chiusi dopo le 18, fino allo stop alle cerimonie civili e religiose. Nel testo compaiono due novità, annunciate dal premier durante la sua conferenza stampa “sull’intero territorio nazionale – recita la norma – è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”. Inoltre “sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati“.

 

Cosa prevede il Decreto del Governo Dpcm 9 marzo 2020

Il provvedimento che il premier ha appena varato e che entrerà ufficialmente in vigore da domani prevede diverse limitazioni che tutti sono tenuti ad osservare con coscienza e scrupolosità. Chi viola le prescrizioni è punito con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento delle autorità

 – Divieto di assembramento in tutta Italia

 – Spostamenti possibili solo per motivi di lavoro, necessità o salute: ma per farlo è prevista l’autocertificazione (a breve sarà disponibile sul sito del governo). Tra i casi di necessità che consentono gli spostamenti c’è anche la spesa per generi alimentari. Dunque la limitazione ai movimenti delle persone, estesa a tutto il territorio nazionale, non riguarda la necessità di uscire di casa per andare a fare la spesa.

 – Chiusura delle scuole e delle università fino al 3 aprile

– Stop a tutte le manifestazioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, in vista della loro partecipazione ai Giochi olimpici o a manifestazioni nazionali e internazionali. Resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. E le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute a effettuare i controlli sul Coronavirus. Lo sport e le attività motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro.

Sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali

Sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività

Sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri

Divieto di permanenza in sale di attesa pronto soccorso. Gli accompagnatori dei pazienti non possono permanere nelle sale di attesa e anche l’accesso di parenti e visitatori nelle strutture ospedaliere è limitato

Sospesi tutti i concorsi

I centri commerciali dovranno essere chiusi nel weekend. Tutte le altre attività commerciali diverse dalla ristorazione potranno rimanere aperte solo se sono in grado di garantire la distanza di un metro fra i clienti

Consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00 con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro

– Controlli lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture (autostrade) dalla Polizia stradale che procederà ad effettuare i controlli acquisendo le prescritte autodichiarazioni

– Controlli lungo la viabilità ordinaria anche da parte dei carabinieri e dalle polizie locali

– Controlli lungo le stazioni da parte della Polfer e negli aeroporti  dove i passeggeri in partenza saranno sottoposti al controllo, oltre che del possesso del titolo di viaggio, anche della prescritta autocertificazione

– Le aziende di trasporto pubblico dovranno adottare interventi straordinari di disinfezione dei mezzi

– Sconsigliato qualunque tipo di spostamento a chi ha più di 37,5 di febbre e divieto assoluto a spostarsi, senza eccezioni, per le persone sottoposte a quarantena o positive al coronavirus

Qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodo di congedo ordinario o di ferie

– Non ci sono invece limitazione dei trasporti pubblici: questo per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare.

 

Il bilancio inesorabile dell’epidemia che avanza

Il bilancio dell’epidemia inesorabilmente si aggrava: a fronte di un numero complessivo di contagiati pari a 9.172, le persone attualmente positive sono 7.985, con un nuovo balzo di 1.598 rispetto al giorno precedente, pari ad un +25%. Sono 733 quelli ricoverati in terapia intensiva per coronavirus, 83 in più rispetto a ieri (+12,7%). La Lombardia, la regione nettamente più colpita, registra in un giorno 66 morti e 41 ricoverati in più in terapia intensiva. Reparti questi ultimi già da giorni ai limiti nella regione, il che ha richiesto il trasferimento finora di 17 pazienti – quasi tutti affetti da altre patologie – nelle regioni vicine. Il bilancio conta poi 724 guariti, ben 102 in più di ieri (+16,4%). Un segnale di incoraggiamento viene dal paziente uno, il manager di 38 anni di Codogno ricoverato a Pavia, trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. Non è più intubato e respira autonomamente, ha riferito l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. La moglie del giovane, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata all’ospedale Sacco di Milano. Un piccolo, grande punto segnato dalla sanità di una regione sferzata dal coronavirus, i cui sanitari affrontano l’impatto più duro dell’emergenza. I positivi in Lombardia sono in tutto 5.469, ben 1.280 più di ieri. Le vittime in tutta la regione sono già 333. Cifre che raccontano di un sistema che rischia il collasso e al quale la Protezione civile sta cercando di far affluire buona parte delle attrezzature sanitarie acquisite: respiratori per le terapie intensive e mascherine in primis. Mentre le regioni del nord lottano contro il dilagare del virus, c’è chi cerca di sfruttare il momento per fare affari. Il ministro Boccia denuncia “inaccettabili operazioni di marketing” per attirare nelle località sciistiche i ragazzi che non possono andare a scuola per la chiusura degli istituti. Il caso registrato sull’Abetone in Toscana ha spinto il governo a chiudere tutti gli impianti sciistici del Paese con un’ordinanza di Protezione civile. “L’assunzione di responsabilità delle famiglie e dei singoli è il primo impegno che deve essere mantenuto – dice Boccia -. Quando non c’è interviene lo Stato con tutta la sua forza”.

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